Ci sono circa 255.000 sfollati che hanno dovuto lasciare le proprie case bruciate e distrutte e che hanno bisogno di un'immediata assistenza umanitaria. "La maggioranza di queste persone - dice Stephen Kituku, coordinatore dei programmi di emergenza di Caritas Kenya - sono donne e bambini che non hanno abbastanza cibo e un riparo dove proteggersi e molti ancora dormono nelle Chiese o nelle stazioni di polizia".

Caritas Kenya prevede di assistere 30.000 persone nelle province della Rift Valley, Ovest e Nyanza con un intervento che mira a:
- garantire accesso al cibo e all'acqua potabile specialmente a donne incinte e persone malate di AIDS;
- offrire ripari temporanei, materassi, coperte, vestiario, sapone e utensili per cucinare;
- promuovere attività di supporto psicologico per adulti e bambini e opere di mediazione tra le comunità.

Caritas Italiana, nell'auspicare una soluzione della crisi che ponga fine agli scontri in atto, continua a sostenere gli sforzi di Caritas Kenya e cerca nel contempo di potenziare i progetti già avviati da anni a Nairobi, ma anche nella diocesi di Bungoma per la formazione, la coscientizzazione e il microcredito.

All'interno della parrocchia di Kangemi, St. Joseph the Worker, la presenza Caritas ha permesso la creazione di un "ufficio di sviluppo" per l'educazione degli abitanti del quartiere al servizio e alla vicinanza al prossimo. Forte è anche l'impegno di Caritas Italiana di contrasto alla diffusione dell'Aids, sempre attraverso il coinvolgimento della comunità, l'educazione al servizio, la prevenzione e la trasmissione di valori, in particolare in due parrocchie di Nairobi, Kangemi e Dagoretti. Si cerca anche di incentivare il microcredito in favore delle famiglie nella parrocchia di Dagoretti, per consentire loro di affrontare semplici spese per l'educazione dei bambini o per l'accesso alle cure mediche. Nel lavoro con la Diocesi di Bungoma, i prestiti sono invece destinati a sostenere vedove che hanno a carico orfani di Aids.

Caritas Italiana sostiene inoltre un progetto per la riabilitazione e il reinserimento di giovani dopo un periodo di detenzione in un riformatorio giovanile a Nairobi: una casa di accoglienza li ospita, fornendo loro formazione professionale e supporto psicologico.

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