In seguito al lancio di razzi palestinesi in direzione di Israele, alle incursioni militari e ai bombardamenti aerei israeliani di rappresaglia che sono seguiti, un severo blocco è stato imposto alla Striscia di Gaza. Il 18 gennaio 2007 tutti i punti di passaggio verso Gaza sono stati chiusi al carburante e alle mercanzie. Da allora i punti sono stati parzialmente riaperti, ma unicamente per quantità limitate di carburante e per alcuni materiali medici essenziali.
MSF continua le sue attività di assistenza psicologica e medico-sociale e di cure post-operatorie. Un progetto pediatrico deve essere aperto il prossimo febbraio nel nord della Striscia di Gaza.
Le equipe mediche di MSF nella Striscia di Gaza, che sono in regolare contatto con gli ospedali, constatano che in questi ultimi giorni le scorte farmaceutiche soffrono di penurie critiche, che le operazioni chirurgiche programmabili non sono ormai più possibili e che i centri di cura di salute di base hanno dovuto ridurre le attività. Uno stock d'urgenza (bende, farmaci e materiale medico) sarà messo a disposizione delle strutture mediche in caso di bisogno.
"A causa della mancanza di elettricità, proprio mentre l'approvvigionamento in combustibile è molto limitato, gli ospedali dipendono sempre più dai generatori di elettricità. È tutta l'offerta di cure che viene colpita e dei servizi vitali - come le sale operatorie, i pronto soccorso e le unità di cure intensive - sono particolarmente minacciati", spiega Duncan, capo missione di MSF. "I nostri dispensari sono pronti ad affrontare un afflusso di pazienti, sebbene tale numero non rappresenti che una minima parte dei bisogni globali".
L'attuale chiusura della Striscia di Gaza aggrava ulteriormente una situazione già molto degradata, in particolare nel settore della sanità. MSF è particolarmente preoccupata per le conseguenze del blocco sugli ospedali.
MSF lavora nei territori palestinesi dal 1988.
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