"Finalmente anche quei canili, rifugi e ricoveri che per anni sono stati inaccessibili ai volontari dovranno aprire i cancelli e permettere alle associazioni di animaliste e zoofile di partecipare alla vita della struttura, nell'interesse degli animali - dichiara Elisa D'Alessio, responsabile LAV settore Cani e Gatti - Questa decisione determinerà un miglioramento delle condizioni di vita di tantissimi animali ospitati in queste strutture, molte delle quali finora sono state inaccessibili.
La presenza delle associazioni è importante per il benessere psicofisico degli animali e permette loro di coltivare o recuperare il rapporto affettivo e relazionale con gli umani rendendo l'animale preparato in modo migliore all'adozione, con conseguente risparmio economico da parte dei Comuni. Inoltre, la presenza dei volontari rappresenta la migliore garanzia di una gestione trasparente degli animali e della struttura, garanzia che ogni Comune deve offrire ai cittadini e alle associazioni che si occupano di tutela degli animali, ai cittadini perché nelle strutture di accoglienza per animali si investono soldi pubblici, alle associazioni perché, quali portatrici di interessi collettivi, non deve mai essere negata loro la possibilità di tutelarli."
Inoltre, la Legge Finanziaria 2008, Art. 2, comma 370 (Legge 24 dicembre 2007, n.244) - che ha modificato l'articolo 1 comma 829 della precedente Legge Finanziaria - ha così sostituito l'articolo 4 della Legge quadro sulla "protezione degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo" (Legge n.281/91):"I comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono prioritariamente ad attuare piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione. A tali piani è destinata una quota non inferiore al 60 per cento delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6. I comuni provvedono, altresì, al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani, nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6". Tali Piani si devono aggiungere a quelli analoghi predisposti da ogni Servizio veterinario Asl di cui all'articolo 2 comma 1 della Legge n.281/91, ciascuno dei quali finanziato con proprie risorse.
"Con tale modifica si vuole sollecitare i Comuni a garantire l'afflusso di risorse alla prevenzione del randagismo attraverso piani di controllo delle nascite - precisa Ilaria Innocenti, corresponsabile LAV settore Cani e Gatti - L'auspicio è che Comuni e Comunità montane possano anche occuparsi, con maggiore attenzione, del risanamento dei canili esistenti, troppo spesso fatiscenti e inadeguati ad ospitare centinaia di animali, e della costruzione dei rifugi. Naturalmente anche i singoli cittadini possono fare molto per questi animali, scegliendo di adottarli anziché acquistarli, come troppo spesso si fa favorendo un discutibile commercio di esseri viventi".
Per favorire la tempestiva applicazione di queste norme, la LAV, attraverso le sue 90 Sedi dislocate su tutta la Penisola, ha scritto una lettera di sollecito a numerosi Comuni chiedendogli di assolvere a tali obblighi, e al Presidente dell'ANCI, Leonardo Domenic i , affinché a sua volta possa sollecitare i Comuni su questa materia, dagli importanti risvolti etici ed economici.
Secondo stime messe a disposizione dal Ministero della Salute sulla base dei dati forniti dalle Regioni, riferite al 2006 e in alcuni casi al 2005 (le precedenti stime risalivano al 2002), i randagi ospitati nei canili italiani sarebbero complessivamente 229.444, di cui 81.253 nei canili della Campania, 61.671 nei canili della Puglia, 11.263 nei canili del Lazio, 10.377 nei canili calabresi, 9.563 in quelli siciliani. 501 i canili sanitari, 428 i canili rifugio presenti in Italia. Ma secondo la LAV tali dati sottostimano la popolazione e i cani nei canili sarebbero almeno 550 mila.
23 gennaio 2008
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