Le crisi umanitarie globali stanno avendo un impatto devastante su donne e ragazze, aggravando le disuguaglianze di genere, la povertà e la violenza. È quanto emerge dal rapporto "Her Future at Risk. The Cost of Humanitarian Crises on Women and Girls" di WeWorld.

Il rapporto analizza la situazione in otto paesi gravemente colpiti da crisi prolungate: Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Mali, Mozambico, Niger, Palestina e Ucraina. I dati, supportati anche dal ChildFund Alliance World Index 2024, rivelano un quadro allarmante. Ad esempio, una bambina nata oggi in Afghanistan dovrà aspettare 210 anni per la piena attuazione dei suoi diritti umani, mentre in Burkina Faso, ogni tre giorni e mezzo, una ragazza sotto i 19 anni rimane incinta. In Palestina, nel 2023, 10 bambini palestinesi su 100 non andavano a scuola, e in Mozambico, quasi 1 donna su 5 ha subito violenza dal partner.

La violenza di genere è una crisi nella crisi, con il 70% delle donne nelle zone di crisi che ha subito violenza di genere. Inoltre, oltre 85 milioni di bambini nelle aree di emergenza sono esclusi dalla scuola, con le ragazze particolarmente penalizzate. Le discriminazioni intersezionali, basate su genere, etnia, religione o disabilità, amplificano le disuguaglianze, rendendo le donne ancora più vulnerabili. Le donne appartenenti a minoranze etniche, rifugiate, con disabilità o sfollate interne affrontano ostacoli e rischi maggiori.Nei contesti di crisi, le donne affrontano difficoltà economiche

significative, aggravate dal loro coinvolgimento in lavori precari e informali. L'accesso limitato all'educazione e l'aumento delle responsabilità di cura le espongono a sfruttamento, matrimoni precoci, lavoro minorile e sfruttamento sessuale.

Il rapporto dedica un'attenzione particolare all'Afghanistan, dove la doppia crisi umanitaria e la violazione dei diritti umani delle donne creano una situazione insostenibile. Le donne sono private delle libertà fondamentali, come l'istruzione e la possibilità di uscire di casa senza accompagnamento.

WeWorld identifica alcune priorità per affrontare questa situazione, tra cui politiche inclusive di genere, protezione dalla violenza di genere, accesso a cure sanitarie e supporto psicologico, empowerment economico delle donne, maggiore presenza femminile nella leadership umanitaria e sfida alle norme patriarcali.

Il rapporto fornisce raccomandazioni per donatori, partner umanitari e policy maker, invitandoli a finanziare programmi attenti al genere, adottare approcci trasformativi rispetto al genere, garantire l'uguaglianza di genere nella finanza pubblica, eliminare le leggi discriminatorie e promuovere la cooperazione internazionale. L'obiettivo è portare al centro le donne e le ragazze nella risposta alle crisi umanitarie, promuovendo la loro leadership e garantendo i loro diritti.

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