A Eldoret, una trafficata città di transito nella Western Province, le equipe di MSF forniscono assistenza a 30mila persone che sono giunte in città all'inizio di gennaio. Un'equipe composta da due medici, un chirurgo, due logisti e un infermiere sostiene l'ospedale di Eldoret e aiuta nella distribuzione di generi di prima necessità (teli di plastica, coperte e contenitori per l'acqua) alle persone che vivono nei campi attorno alla città. MSF ha inoltre trasferito pazienti che necessitavano di cure chirurgiche dalla Foresta di Burnt a Eldoret. L'equipe di MSF ha anche iniziato a fornire supporto a tre centri di salute in diversi stanziamenti a Eldoret e sta valutando la situazione nelle zone circostanti dove i più poveri tra gli sfollati sembra si stiano installando, come a Moi's Bridge e a Turbo.

A sud di Eldoret, a Nakuru e a Molo, MSF sta inoltre assistendo le persone vittime dell'insicurezza. Le equipe di MSF lavorano a Molo dall'inizio di dicembre, dove forniscono assistenza medica alle persone che sono fuggite a causa dei violenti scontri. Dal 29 dicembre il numero di persone sfollate nella città è aumentato notevolmente e sono sorti almeno 26 stanziamenti nelle zone rurali attorno a Kuresoi e Molo, dove MSF fornisce generi di prima necessità agli sfollati. MSF visita i campi e assicura che siano rispettati gli standard minimi per quanto riguarda la fornitura dell'acqua e le condizioni igieniche. Poiché l'ospedale provinciale di Nakuru ha ripreso a funzionare a ritmi sostenibili, le equipe di MSF hanno ridotto la loro attività, ma sono pronte a intervenire in caso di necessità.

Durante gli ultimi giorni altre equipe di MSF si sono recate in elicottero in diverse zone occidentali del Kenya dove si sarebbero moltissime persone in fuga. Finora, sono state effettuate missioni di valutazione a Kericho, Ikonge, Longani, Kisi, Kisumu, Migori, Narok, Kapsokweni, Muhoroni, Koru, e Nandi Hills. Le valutazioni continueranno fino alla fine della settimana. La situazione evolve rapidamente e MSF sta seguendo la situazione per rispondere prontamente ai bisogni medici.

L'insicurezza a Nairobi ha costretto alcune delle cliniche HIV/AIDS nelle bidonville a chiudere per alcuni giorni, ma ora le cliniche stanno riprendendo le normali attività. Il Kibera South Health Centre - una delle tre cliniche nella bidonville di Kibera - ha potuto riaprire il 31 dicembre. Nei primi due giorni le equipe di MSF hanno curato 62 pazienti, più della metà dei quali era rimasta ferita durante la violenza. Mentre la situazione a Nairobi si sta calmando, il numero di persone che giunge alle cliniche è aumentato. L'8 gennaio sono state effettuate 280 consultazioni al Kibera South Health Centre e 250 al Mbagathi District Hospital dove MSF fornisce cure contro l'HIV/AIDS. MSF spera di potere riaprire le altre due cliniche a Kibera nei prossimi giorni.

A Matare, una bidonville nella periferia orientale di Nairobi, gli operatori di MSF sono riusciti a tornare al lavoro il primo gennaio, e subito hanno assistito 19 casi urgenti, alcuni dei quali feriti nel corso delle violenze. Negli ultimi giorni molti pazienti malati di HIV/AIDS e TBC hanno potuto fare ritorno alla clinica per ricevere le cure. L'8 gennaio sono state effettuate 200 visite, 160 per i pazienti malati di HIV/AIDS, 40 per quelli malati di TBC.

I progetti a Busia e Homa Bay, nel Kenya occidentale, stanno ricominciando a funzionare normalmente. A Busia, oltre a fornire cure contro l'HIV/AIDS, le equipe di MSF stanno inoltre fornendo acqua potabile, coperte e teli di plastica agli sfollati che hanno cercato rifugio vicino alla stazione di polizia nella città.

In tutti i progetti di MSF di lotta all'HIV/AIDS e alla TBC, alcuni pazienti hanno perso i loro farmaci antiretrovirali o contro la TBC durante le insicurezze degli ultimi giorni. MSF sta inoltre assistendo pazienti che non possono assumere i loro farmaci poiché le cliniche dove si recano normalmente sono chiuse. Sebbene la maggior parte delle cliniche stia riaprendo, MSF è molto preoccupata per questi pazienti e per l'interruzione delle loro cure.

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, insignita nel 1999 del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.

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Andrea Pontiroli
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