1000 vittime tra la popolazione civile secondo gli ultimi dati, sottostimati secondo gli osservatori internazionali. Oltre 250.000 le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Questo il bilancio della violenza esplosa in Kenya a seguito delle contestazioni delle elezioni presidenziali del 27 dicembre.
Ancora una volta tra le principali vittime, sottolinea Save the Children, migliaia di bambini, che sono stati feriti, ustionati e ora si trovano negli ospedali o che hanno subito il trauma di dover abbandonare l'ambiente loro familiare dopo che case e scuole sono state distrutte.
I bambini, confusi e impauriti, vivono ora in campi di sfollati, abbandonati a se stessi poiché anche i loro genitori sono talmente sconvolti da non riuscire ad occuparsene adeguatamente. Hanno bisogno di un rifugio sicuro, di acqua pulita e di cibo, ma soprattutto devono essere protetti e tratti in salvo immediatamente, restituendo loro quel senso di quotidianità e normalità che è fondamentale per aiutarli a superare il trauma subito.
I recenti avvenimenti hanno peggiorato le estreme condizioni di povertà in cui molti bambini kenioti e le loro famiglie vivevano già prima dell'esplosione degli ultimi episodi di violenza, in particolare nelle campagne e nelle periferie delle grandi città.
Le famiglie provenienti dalle zone rurali e dagli slums si sono riversate in alcune zone del paese, in particolare nei campi profughi al confine con l'Uganda e sono troppo spaventate a causa delle continue tensioni etniche per farvi ritorno e potrebbero rimanere nei campi per mesi.
Questi spostamenti su vasta scala hanno coinvolto decine di migliaia di bambini, che nell'ambiente degradato degli accampamenti rischiano anche di essere separati dalle famiglie e corrono un maggior pericolo di essere vittime di abusi, violenze e sfruttamento.
Compatibilmente con le precarie condizioni di sicurezza che rendono difficile il lavoro delle organizzazioni internazionali, Save the Children si è già attivata per portare soccorso e aiuto alla popolazione del Kenya, grazie al Children's Emergency Fund , uno speciale fondo che consente all'organizzazione di attivarsi immediatamente nelle emergenze.
I primi aiuti stanno per arrivare oggi nelle aree del paese coinvolte, al confine e nella vicina Uganda, dove si sono rifugiate circa 5000 persone.
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