Il 13 dicembre i 27 Stati appartenenti all'Ue, hanno firmato a Lisbona il trattato di riforma dell'Unione. Nella seconda parte di tale trattato, precisamente nell'articolo 13, gli animali sono stati definiti "esseri senzienti", questo articolo sostituisce il meno impegnativo "Protocollo sulla protezione e il benessere degli animali" entrato in vigore nel 1997 a seguito del Trattato di Amsterdam. L'Ue, ha così ribadito il loro diritto inalienabile al benessere e al rispetto, anche quando questi sono destinati purtroppo a diventare cibo per gli esseri umani.

Nonostante queste disposizioni, però, almeno nell'immediato, non cambierà nulla. Sembra molto difficile, infatti, che la decisione della Ue possa influenzare i governi per leggi più severe contro i maltrattamenti di animali, specialmente per quelli da affezione, dal momento che in alcuni stati dell'Est è ancora in pratica la soppressione dei cani nei canili pubblici.

«E' un po' come la moratoria sulla pena di morte - ha dichiarato Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell'Enpa, al quotidiano 'La Stampa' -. Gli stati non sono costretti a tenere conto dell'articolo 13 per legiferare. Il vero punto è non tanto la normativa europea avanzata, ma l'allineamento dei vari paesi ad altri, va detto che questo inserimento porterà a normative sempre più attente al benessere degli animali per uno standard europeo avanzato. Noi italiani siamo già i migliori nel settore». 

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