03/01/2008 - CAPODARCO DI FERMO - "Caro Padre, nella notte del 1° Gennaio, a Roma sono morte due persone per il freddo. Le agenzie di stampa hanno comunicato la notizia tra le previsioni del tempo, quasi a dire alle persone per bene: state attenti che il freddo è molto pungente". Inizia così la lettera di don Vinicio Albanesi presidente della Comunità di Capodarco a Benedetto XVI, che riflette sulla morte, nei giorni scorsi, di due senza dimora nella capitale.
"Morire di freddo in Italia e nella città di Roma è una fatto insopportabile.
Quelle creature disperse appellano alla nostra coscienza cristiana, prima che civile. - scrive don Albanesi - Le centinaia di chiese di Roma, le Parrocchie, gli istituti religiosi, gli ospedali, le confraternite, le associazioni cattoliche non possono non aver posto contro il freddo".
Da queste riflessioni muove l"invito al Papa di sospendere le celebrazioni per l'epifania e "aprire i luoghi sacri". "Domenica prossima la Chiesa indica la celebrazione dell'epifania: uno splendore alla luce che viene e alla gloria di Dio. Con due "clochard morti di freddo" non possiamo celebrare tale liturgia perché non possiamo ripetere i versetti del salmo 71: Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri".
"Disponga che in tutta Roma si sospenda la liturgia dell'Epifania e si celebri la liturgia funebre per le due creature morte di freddo. - prosegue la lettera - Servirà a risvegliare le coscienze di tutti noi cristiani, diventati indifferenti e cinici. Potremo almeno chiedere perdono a Dio delle superficialità e degli sprechi. Nella celebrazione eucaristica non prevarranno, una volta tanto, i significati estetici ed emozionali, ma il senso del rispetto delle persone". (vedi il testo completo su
www.vinicioalbanesi.it)