Il mondo del profit e quello del no profit sono chiamati a collaborare per costruire un futuro più sostenibile. Il terzo settore, con la sua esperienza e la sua dedizione, ha un ruolo fondamentale da svolgere in questa trasformazione. Questo articolo, Sara Memo - docente del corso in partenza "SDGs, Business e Diritti Umani: nuove sinergie col mondo profit" - ci aiuta a fare chiarezza sui concetti di Corporate Social Responsibility (CSR), Sostenibilità e sul ruolo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Vediamo insieme come le aziende stanno integrando la sostenibilità nelle loro strategie e come il settore non profit può collaborare per creare un impatto positivo sulla società.

Si sente sempre più frequentemente parlare di Corporate Social Responsability (CSR) e Sostenibilità, in che relazione si trovano i due concetti? 

Sicuramente si può dire che i due concetti siano strettamente correlati. In termini generali, la responsabilità sociale d’impresa (CSR) è un concetto più ampio che “contiene” quello della sostenibilità aziendale. Quest’ultima si distingue dalla CSR perché si muove “in prospettiva” ovvero sviluppa una strategia di sviluppo futuro in termini di impatto ambientale, sociale ed economico; considera tutta l’intera catena di valore del business (dal consumatore finale allo stakeholder in generale); mira a creare nuove opportunità per mercati emergenti.  

Qual è il ruolo che rivestono gli SDGs in questo discorso? 

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), hanno sicuramente aiutato a creare un minimo comun denominatore basato su indicatori quantitativi per sincronizzare l’operato di attori diversi su temi trasversalmente urgenti ed importanti per tutti. 

Quindi diciamo che se per ottemperare ai requisiti di CSR, bastava che un’azienda sostenesse iniziative filantropiche tradizionali, il tema della sostenibilità aziendale ha introdotto un cambio di marcia, richiedendo che le aziende attuassero anche degli importanti cambiamenti nelle loro pratiche organizzative e produttive per cercare di sviluppare “business responsabile”. 

Gli SDGs hanno dato un ulteriore impulso a questo processo evolutivo, facendo sì che tutti gli attori in gioco si interrogassero non solo su “quale” modello di sviluppo che, ciascuno per il suo settore di competenza, sta contribuendo a costruire, ma anche sul “come” misurare il livello di avanzamento in ciascuna delle aree individuate e quindi su come valutare in itinere l’efficacia delle azioni profuse e la “distanza” dal raggiungimento dell’obiettivo. 

Perché questo dibattito che caratterizza per lo più le imprese sensibili ai temi dell’impatto ambientale e sociale, dovrebbe interessare anche al mondo?

A mio avviso, questo dibattito che nasce in seno al mondo aziendale, non interessa “anche” ma “soprattutto” al no profit, che negli anni ha maturato una forte specializzazione su questi temi, in quanto rappresentano proprio la sua “core mission”. 
Il punto è capire come creare una fruttuosa sinergia tra profit e no profit per arricchirsi reciprocamente di saperi complementari.      

Il tema dei diritti umani che ruolo ha nel facilitare possibili convergenze tra settore profit e settore no profit? 

Spesso il dibattito sulla sostenibilità quasi “dimentica” i diritti umani, che invece costituiscono “l’humus culturale” da cui è scaturita l’Agenda 2030. 
Non solo ma il tema c.d. di “business & diritti umani”, sta prepotentemente tornando alla ribalta dopo che l’Unione europea ha approvato una serie di misure volontarie e obbligatorie in materia di imprese, diritti umani e condotta aziendale responsabile (compresi requisiti di due diligence per le aziende per identificare e mitigare gli impatti negativi sui diritti umani e sull'ambiente associati alle loro attività e per garantire l’accesso ai rimedi da parte delle vittime di violazioni dei diritti umani). 
Questo significa che il mondo profit è chiamato a collaborare col mondo no profit perché condivide una visione di impatto comune, ma perché deve impegnarsi a rispettare i diritti umani. Cioè non stiamo più parlando di necessità politica ma di obbligo giuridico. 

Esistono già delle esperienze al riguardo (le c.d. best practices) oppure stiamo ragionando esclusivamente in termini di speculazione accademica? 

Esistono eccome delle esperienze di collaborazione sinergica tra profit e no profit nell’ambito di business e human rights! 
La cosa interessante è che non si declinano solo in “mere partnership” ma in vero e proprio vantaggio competitivo di mercato, tanto per il profit quanto per il no profit. Di questo parleremo nel corso e capiremo anche come prendere spunto da queste pratiche per migliorare il lavoro di ognuno. 

 

Di tutto questo e molto altro si parlerà nel corso online "SDGs, Business e Diritti Umani: nuove sinergie col mondo profit" che si terrà il 9 e il 12 dicembre dalle 10:00 alle 12:00.

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