La sostenibilità economica rappresenta una delle sfide più grandi per gli Enti del Terzo Settore. Per operare con efficacia e realizzare progetti di valore che rispondano pienamente alla mission della propria organizzazione è fondamentale conoscere e saper accedere alle opportunità di finanziamento disponibili.
Il corso “Come trovare il finanziamento giusto?” è stato progettato per rispondere a questa esigenza, offrendo strumenti concreti e una conoscenza approfondita del panorama degli enti finanziatori.
Gli Enti del Terzo Settore (ETS) si trovano oggi a dover affrontare una serie di sfide complesse per garantire la propria sostenibilità economica e operativa, soprattutto quando si tratta di accedere ai finanziamenti tramite bandi e contributi. Queste problematiche sono di vario tipo, e vanno dalla conoscenza frammentaria del panorama dei finanziamenti, alle competenze progettuali insufficienti, fino alla complessità della gestione amministrativa e delle pratiche di rendicontazione.
Spesso, tuttavia, per affrontare le sfide contemporanee e garantire una sostenibilità a lungo termine quello che non permette a un ETS di fare un salto di qualità è l’assenza di una vera e propria capacità di analisi strategica in termini di sostenibilità: molti ETS, infatti, si affidano a una logica di “finanziamento a progetto”, dove ogni attività dipende da un bando specifico: questo modello rende difficile costruire una sostenibilità economica a lungo termine, aumentando il rischio di interrompere le attività quando i fondi terminano.
Serve allora un cambio culturale interno, che inneschi un processo di trasformazione delle mentalità, dei valori e delle pratiche operative che guidano l’organizzazione. Questo cambiamento è cruciale per affrontare le sfide contemporanee e garantire una sostenibilità a lungo termine, permettendo di uscire dalla dipendenza dai bandi a una visione strategica.
Molti ETS si trovano intrappolati in una logica reattiva: aspettano i bandi e si adattano alle loro richieste, spesso sacrificando la coerenza con la propria missione. Un cambio culturale implica invece il passaggio a un approccio proattivo, dove le attività principali dell’ente guidano la ricerca di finanziamenti, e non viceversa. Questo significa pianificare a lungo termine, diversificare le fonti di entrata e cercare opportunità che rafforzino l’identità dell’ente, imparando ad adattarsi e innovare costantemente, sperimentando anche nuovi metodi di lavoro.
In ultima analisi è necessario abbandonare una mentalità orientata alla “sopravvivenza” – fare il minimo necessario per rimanere operativi – per adottare una visione orientata alla sostenibilità. Questo significa costruire un modello organizzativo che possa prosperare nel tempo, indipendentemente dai singoli finanziamenti. In termini più ampi, vuol dire spostare il focus da una semplice erogazione di servizi a una mentalità orientata all’impatto sociale, che porti l’organizzazione a definire e misurare gli effetti concreti delle proprie attività, comunicandoli in modo trasparente ai finanziatori, ai beneficiari e alla comunità. La trasparenza non è solo un obbligo, ma una leva per rafforzare la credibilità e attrarre risorse.
Infine, l’approccio vincente passa anche attraverso l’apertura a collaborazioni con altri ETS, con le istituzioni pubbliche e con i privati: sono numerosi, oggi, gli strumenti – spesso incardinati nelle pieghe dei bandi e dei finanziamenti – che suggeriscono la costruzione dei network: la coprogrammazione, la coprogettazione, i bandi a schema aperto, e così via. Lavorare in rete permette di condividere risorse, ridurre i costi e amplificare l’impatto delle proprie azioni. Un’organizzazione che abbraccia una cultura della collaborazione è più capace di affrontare sfide complesse e di accedere a finanziamenti congiunti.
In sintesi, insomma, il cambio culturale a cui gli enti del terzo settore sono chiamati è una trasformazione necessaria per gli ETS che vogliono rispondere alle sfide attuali con efficacia, creatività e visione strategica. Non si tratta solo di cambiare procedure, ma di ridefinire il modo in cui l’organizzazione pensa, agisce e interagisce con il mondo esterno. Gli ETS che riescono a sviluppare queste capacità possono trasformare le sfide in opportunità, migliorando la loro efficacia e il loro impatto sociale.
Questo approccio è fondamentale per lo sviluppo futuro di molte organizzazioni del terzo settore, ma è anche presente oggi nell’azione di molti erogatori sia pubblici che privati, che hanno già identificato nel loro stesso modo di operare la necessità di un approccio nuovo e innovativo, quello stesso approccio che richiedono agli ETS che intendono attingere ai loro contributi.
Lungo il corso online “Come trovare il finanziamento giusto?” in partenza venerdì 29 novembre, partendo da una panoramica della filantropia pubblica e istituzionale, si affronteranno gli approcci e le strategie vincenti per dare sostenibilità al proprio ETS anche grazie ai finanziamenti a fondo perduto.