Le recenti audizioni parlamentari hanno messo in luce le profonde preoccupazioni del Terzo Settore italiano riguardo alla Legge di Bilancio. Le organizzazioni non profit, rappresentate dal Forum Terzo Settore, hanno sottolineato come la manovra finanziaria non affronti in modo adeguato le crescenti disuguaglianze sociali, la crisi del welfare e le emergenze che affliggono il Paese.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, audio sulla Manovra lo scorso lunedì, in commissione Bilancio alla Camera, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla Legge di Bilancio italiana. Secondo Pallucchi, la manovra finanziaria non affronta in modo adeguato le crescenti disuguaglianze, la crisi del welfare e le emergenze sociali: “Povertà e disuguaglianze crescenti, sanità pubblica inadeguata, disagio giovanile, crisi climatica: sono tutte priorità del nostro Paese che questa Legge di Bilancio non sta affrontando. Se da una parte è prevista una misura di sostegno al reddito del ceto medio, dall’altro si riducono i servizi ai cittadini, anche attraverso i tagli a Ministeri, Regioni e Comuni. Mentre crescono le spese in armi, lo strumento principale di contrasto alla povertà, l’Assegno di Inclusione, diventa sempre più insufficiente di fronte all’emergenza in corso. Il sistema di welfare nel Paese si sta indebolendo ulteriormente, ma interventi per evitare questo processo erano e sono ancora possibili, nonostante la ristretta disponibilità di risorse”.
“Il testo analizzato - prosegue - non contiene alcuna misura specifica per il Terzo settore che, proprio alla luce della situazione socio-economica complicata che stiamo attraversando, andrebbe maggiormente coinvolto nella definizione delle politiche pubbliche e sostenuto per contribuire alla tenuta del tessuto sociale e a uno sviluppo sostenibile. Chiediamo, tra le altre cose, che in Legge di Bilancio si intervenga a favore del non profit per mantenere il regime di esclusione Iva e per eliminare l’Irap. Nel primo caso, il Terzo settore sembra essere equiparato alle imprese for profit con l’obbligo di apertura della partita Iva, nel secondo subisce una pressione ancora più onerosa di quella che ricade su enti e società commerciali”.
“Maggiori risorse nella cooperazione allo sviluppo, nel servizio civile, nei fondi per l’attuazione delle riforme sulla disabilità e non autosufficienza sono proposte che, come l’anno scorso, abbiamo ripresentato al Parlamento” conclude Pallucchi.
Le implicazioni di queste scelte politiche sono molteplici e di grande portata. Una riduzione dei finanziamenti al Terzo Settore comporterebbe inevitabilmente una diminuzione dei servizi offerti ai cittadini, con conseguenze negative sulla coesione sociale e sul benessere collettivo. Inoltre, un indebolimento del Terzo Settore limiterebbe la capacità del Paese di rispondere in modo efficace alle sfide sociali ed economiche del presente e del futuro.
La Legge di Bilancio ha alzato ulteriormente la soglia dei fringe benefit, quegli strumenti di welfare aziendale che possono assumere la forma di buoni spesa, carburanti o contributi per affitti e mutui. L'obiettivo dichiarato è quello di stimolare i consumi e, di conseguenza, l'economia.
Tuttavia, come viene evidenziato in questo articolo di Percorsi Secondo Welfare, questa misura solleva diversi interrogativi. Innanzitutto, si pone il problema di un'eccessiva focalizzazione sui fringe benefit a discapito di interventi strutturali sul sistema di welfare. Inoltre, l'utilizzo prevalente di questi strumenti per l'acquisto di beni di consumo potrebbe non contribuire a risolvere problemi sociali più profondi, come la povertà e la disuguaglianza.
In conclusione, la Legge di Bilancio rappresenta un'occasione mancata per investire nel futuro del Paese e per rafforzare il ruolo del Terzo Settore come attore chiave nel sistema di welfare. Le decisioni prese oggi avranno un impatto significativo sulla vita di milioni di cittadini. È fondamentale aprire un confronto serio e costruttivo su quali siano le politiche più efficaci per garantire un sistema di welfare equo, sostenibile e inclusivo.
Fonti: Forum Terzo Settore, Percorsi Secondo Welfare