Nell'articolo di oggi, con il contributo di Marta Giovannetti, ricercatrice presso il Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università di Macerata, che sarà una docente del Master di I livello in Management degli Enti del Terzo Settore (METS), svolto in collaborazione con ConfiniOnline - esploriamo come il marketing sociale, unito alla formazione e alla collaborazione tra gli attori locali, possa trasformare le crisi in opportunità di crescita e sviluppo.
Il marketing sociale: dalla sua nascita come disciplina che intende partire dall'ascolto e dal soddisfacimento del bisogno del consumatore, sorpassando la prospettiva di produzione e vendita, ad un modello di marketing sociale, che intende non solo soddisfare i clienti e produrre profitti per la sopravvivenza e lo sviluppo dell'impresa, ma anche soddisfare le istanze dei portatori d'interesse. In questo senso il marketing sociale sintetizza un approccio della disciplina del marketing che fa proprio un modello di strategia e definizione delle azioni di aziende, istituzioni e ONG, che non si pone di fronte al dilemma degli interessi o dei compromessi rispetto agli impatti sociali, ambientali ed economici, ma che supera tale prospettiva e intende costruire un armonico modello di sintesi e contributo.
Il marketing sociale intende quindi proporre il soddisfacimento del cliente, l'ottenimento di risultati economici e anche il benessere degli individui e della società, tramite modelli di business sostenibili ed etici, in un'ottica proattiva e innovativa rispetto al mero soddisfacimento degli obiettivi proposti da certificazioni ESG. Tale approccio può rappresentare un posizionamento competitivo di grande impatto per nuovi business ma anche una roadmap per il ripensamento di strutture e procedure organizzative delle organizzazioni, fornendo spunti di riflessione e crescita alle risorse più giovani ma anche a figure professionali attive da tempo, che potrebbero beneficiare di una prospettiva arricchita, strategica, etica.
“Lo spazio non è semplicemente un riflesso passivo delle tendenze sociali e culturali, ma un partecipante attivo” (Warf e Arias, 2009). Il marketing territoriale propone una visione di territorio che, oltre alla componente fisica, ingloba anche l'insieme di parti e stakeholders di tutti i fenomeni sociali, economici e turistici.
Tale dimensione, nei confronti di territori che hanno subito disastri naturali dovuti a condizioni metereologiche estreme e al cambiamento climatico, necessita che i territori riflettano i si muovano come organismi coerenti, potenzialmente supportati da approcci non solo di gestione del rischio e prevenzione, ma da una ricostruzione guidato anche grazie alla prospettiva strategica del marketing territoriale. In particolare, l'industria del turismo sta affrontando sfide non solo in termini di come reagire dopo che un disastro naturale è già in corso, ma anche in termini di come impedire che una situazione pericolosa diventi disastrosa. Pertanto, il recupero e la prevenzione per futuri disastri sono cruciali al buon funzionamento del territorio. Tuttavia, questo processo può essere efficace se gli stakeholder del turismo, le comunità, gli enti di protezione e cooperazione collaborano in modo costruttivo per potenziare la ripresa e il suo impatto. Insieme, possono garantire una risposta adeguata e immediata, la ricostruzione del territorio e il medio- sviluppo a lungo termine dopo il disastro.
Molteplici studi negli ultimi anni sottolineano come l'educazione possa fungere non solo da prevenzione, ma anche da diffusione di buone pratiche e cultura manageriale, che applicata a territori che hanno subito disastro naturale può consentire loro non solo la ricostruzione, ma anche di riposizionare e potenziare l'attrattiva del territorio in ottica innovativa, etica, sostenibile, potenziando i lavoratori del turismo e i membri della comunità con conoscenze su argomenti come il supporto alla prima risposta alle emergenze, la strategia di marketing del recupero, la gestione della destinazione dopo un disastro, l'etica e turismo sostenibile e comunicazione del recupero. Networking, collaborazione tra le parti interessate e una migliore conoscenza con competenze raffinate sono tutte azioni benefiche che il settore turistico può intraprendere per garantire la prosperità della destinazione turistica. Tuttavia, le sue azioni dovrebbero essere proattive e non solo reattive. Come accennato in precedenza, le azioni dovrebbero includere tutti parti interessate, poiché tutti possono contribuire a un futuro migliore.