Il professor Paolo Tomasin, docente del prossimo corso in partenza, approfondisce l'importanza cruciale della valutazione d'impatto sociale all'interno dei processi di coprogettazione, ormai sempre più diffusi nel panorama italiano. Vi invitiamo a leggere questo articolo, che analizzando le criticità e le opportunità legate a tale strumento, si propone di stimolare una riflessione sulla necessità di superare un approccio meramente formale alla valutazione, al fine di garantire una maggiore efficacia e trasparenza delle azioni intraprese.

L’amministrazione condivisa si sta progressivamente espandendo, benché in maniera non uniforme, su tutto il territorio italiano. Tra i procedimenti previsti dal Codice del Terzo Settore, quello della coprogettazione è indubbiamente il più diffuso. Sono ormai numerose centinaia le esperienze di interventi e servizi coprogettati da partenariati composti da amministrazioni pubbliche e enti del terzo settore (ETS).

Nella maggioranza dei casi si tratta di coprogettazioni che non hanno alle spalle la coprogrammazione. E questa assenza può vincolare notevolmente la corretta realizzazione del procedimento collaborativo, soprattutto nella realizzazione delle attività progettuali. Tante coprogettazioni appaiono poi quasi delle gare d’appalto mascherate. I margini di incertezza presenti nel nuovo procedimento, le consolidate esperienze pregresse di affidamento dei servizi con modalità competitiva limitano l’impostazione di un’effettiva amministrazione condivisa.

Accanto a questi aspetti, ormai riconosciuti dalla crescente letteratura che si occupa del tema, su un altro vogliamo qui attirare l’attenzione: quello della valutazione d’impatto sociale. Come noto, le “Linee Guida sui rapporti collaborativi tra Pubblica Amministrazione ed Enti del Terzo Settore”, pubblicate con il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n°72 del 2021, inseriscono tra i contenuti, da inserire nella convenzione sottoscritta dai partner al termine dei tavoli di coprogettazione, anche la valutazione d’impatto sociale (VIS). Eppure sono ancora poche le coprogettazioni che si stanno dotando di questo strumento; la maggior parte continua ad impiegare solo modalità di verifica e controllo dell’ente procedente sugli ETS, concentrandosi sugli output e sulla rendicontazione, sfuggendo così tanto alla realizzazione di un’effettiva amministrazione condivisa, quanto ad una comprensione degli outcome e delle trasformazioni generate dalle stesse attività progettuali. 

Ma come si può impostare una VIS nel procedimento di coprogettazione? Chi deve valutare? E che cosa si deve valutare? Quale impatto mettere sotto analisi? Attraverso quali metodologie, attività, indicatori e con quali costi? È possibile impiegare la VIS per confrontare i benefici generati dalla coprogettazione con quelli dell’affidamento tramite gara d’appalto?

Il corso di formazione di ConfiniOnline “La valutazione di impatto sociale nella coprogettazione” si propone di fornire alcune risposte a tutte queste domande, calando approcci metodologici e strumenti di analisi valutativa nei contesti effettivi dei frequentanti, favorendo scambi di buone pratiche ed esercitazioni. 

Il risultato che ci si attende di raggiungere è quello di diffondere consapevolezze e conoscenze, sia metodologiche che operative sulla VIS. Ma soprattutto ci si aspetta che i frequentanti, a distanza di tempo, si rifacciano vivi con ConfiniOnline per comunicare soddisfatti che la coprogettazioni che li ha visti coinvolti ha effettivamente generato un impatto positivo sui beneficiari e sulla comunità di riferimento.

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