Con l’iniziativa «Organizziamo la speranza» si intende sperimentare interventi multi-dimensionali nelle «aree socio-educative strategiche» (ASES), territori urbani caratterizzati da alti indici di povertà, disagio e criminalità.

L’obiettivo è produrre un significativo e visibile miglioramento in termini di opportunità socio-educative e di benessere di bambini, bambine e adolescenti, contribuendo alla riduzione della povertà socio-educativa minorile e, sul lungo periodo, a maggiori possibilità di mobilità sociale nell’età adulta e al pieno esercizio della cittadinanza.

Gli interventi, in stretta sinergia con i servizi pubblici territoriali interessati, dovranno prevedere linee di azione integrate e multidimensionali, a partire dall’attivazione o dal potenziamento degli spazi educativi comunitari / di prossimità e potranno includere a titolo esemplificativo, e non esaustivo:
  • il rafforzamento della capacità del sistema socio-educativo locale, attraverso la creazione di forme di governance locali, interistituzionali e intersettoriali, di patti educativi di comunità, di integrazione e progettazione comune nonché di presa in carico delle situazioni di rischio e vulnerabilità e di rafforzamento e miglioramento delle attività di riconosciuto impatto positivo che sono già in essere nel territorio;
  • l’avviamento o il potenziamento, negli spazi educativi, di occasione e percorsi di incontro, socializzazione e partecipazione per i minori e le loro famiglie e/o servizi socio-educativi finalizzati all’inclusione e all’integrazione, di servizi e dispositivi per il supporto delle famiglie e dei loro figli con attività differenti a seconda della fascia di età e degli specifici bisogni individuati, assicurando la presenza di équipe multiprofessionali capaci di garantire interventi di qualità socio-educativi per le età tra 0 e 17 anni, di sostegno psicologico alle diverse fragilità personali di bambini, ragazzi e famiglie, di supporto alle funzioni genitoriali, di promozione di comunità, di prevenzione sociale e sanitaria e di contrasto di dipendenze, violenze e criminalità;
  • la realizzazione di azioni educative innovative e sperimentali per la prevenzione dell’abbandono scolastico e la cura dell’acquisizione delle conoscenze alfabetiche, matematiche e scientifiche irrinunciabili;
  • l’attivazione di dispositivi di educativa di strada con funzione di ponte per un possibile aggancio di un servizio specialistico e di supporto educativo-preventivo, con la finalità di avvicinare i destinatari nel modo più informale possibile poiché la strada rappresenta, per molti bambini e adolescenti, il luogo privilegiato della loro vita, spesso più della scuola o della casa;
  • servizi di ascolto psico-pedagogici attraverso l’attivazione di sportelli di ascolto rivolti a preadolescenti e adolescenti da realizzarsi a scuola, nelle biblioteche, presso centri sportivi o parrocchiali o con l’apertura 7 di veri e propri spazi dedicati. Gli sportelli si collegano ai servizi sociali con i servizi sociosanitari e altre risorse attivate dal terzo settore o dal privato sociale;
    la realizzazione di percorsi di reinserimento e rieducazione civica e sociale di minorenni mediante l’azione coordinata dei servizi minorili dell'amministrazione della giustizia, dei servizi sociali e sanitari delle amministrazioni locali, del terzo settore specializzato;
  • il potenziamento delle competenze professionali e capacità personali e miglioramento delle condizioni operative del personale dei servizi locali e degli attori della comunità educante (educatori, genitori, operatori del privato sociale e non), con attenzione alla cura metodica dell’inter-professionalità, alla supervisione esperta delle azioni e alla riflessione formativa delle équipe in azione, nonché alla documentazione dei percorsi attivati al fine di garantire un rigoroso monitoraggio degli esiti in itinere e il vaglio delle valutazioni di impatto;
  • l’attenzione alle differenti situazioni personali e alle fragilità specifiche (disabilità e bisogni educativi speciali, vissuti migratori, vissuti di adozione, fragilità psicologiche, dipendenze, abusi, ecc.)

Le 15 «aree socio-educative strategiche», dove effettuare gli interventi, sono porzioni di territorio all’interno delle grandi aree metropolitane e urbane del Paese in cui la marginalità e la prossimità o il coinvolgimento nei circuiti dell’illegalità, pur non riguardando esclusivamente i minorenni, rischiano tuttavia di avere proprio sui minori i maggiori effetti in termini di “condizionamento negativo” rilevanti e duraturi, lesivi dei loro diritti e dei percorsi di crescita.

Con i Bambini ha stanziato fino a un massimo di 50 milioni di euro. Ciascun progetto potrà avere una durata minima di 36 mesi e massima di 48 mesi. Il budget dei singoli progetti sarà definito nell’ambito della progettazione previsto nella seconda fase dell’iniziativa. Nel caso di assegnazione del contributo, la liquidazione al soggetto responsabile avviene, di norma, in tre diverse fasi:

 a) anticipo, fino al 25% del contributo assegnato;

b) acconto in due diverse tranche, la prima compresa tra il 20% e 25%, la seconda tra il 20% e il 30% del contributo assegnato, previa presentazione di apposita rendicontazione;

 c) saldo finale, sulla base delle spese effettivamente sostenute e quietanzate.

 
Ai fini della selezione degli ETS ammissibili alla seconda fase, gli enti del terzo settore iscritti al RUNTS (D.Lgs. 117/2017) dovranno far pervenire una manifestazione di interesse, entro e non oltre il 17 ottobre 2024 mediante la piattaforma Chàiros (https://www.chairos.it/).

 

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Trovate tutti i riferimenti del bando scaricando la scheda di dettaglio a questo link, e a questo link trovate la selezione settimanale di ConfiniOnline delle opportunità di finanziamento per il Terzo Settore.

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