Nonostante l'accordo siglato a Nairobi all'inizio di gennaio tra il governo del Sudan e i ribelli del sud, che ha posto fine a 21 anni di guerra civile, il Darfur rimane purtroppo la più grave delle crisi umanitarie attualmente in corso nel mondo. I bambini vittime della guerra civile sono quotidianamente esposti a fame, malattia e morte; molti sono destinati a divenire orfani o separati comunque dalla loro famiglia. Nei numerosi campi rifugiati della regione, un gran numero di giovani ragazze o donne sole sono purtroppo esposte al rischio molto elevato di abusi fisici o sessuali.
L'esigenza di provvedere con un sostegno psicologico adeguato e professionale alle richieste di aiuto provenienti da donne e bambini traumatizzati, ha portato i Villaggi SOS a decidere per un intervento mirato nel campo rifugiati di Abu Shok, nella periferia di El Fashir, in cui sono accolti circa 80.000 rifugiati.
Attualmente i Villaggi SOS sono attivi con un consultorio SOS, ma una seconda struttura sarà a breve operativa nella parte opposta del campo rifugiati di Abu Shok. Questi consultori sostengono centinaia di bambini e madri sole colpite dalla crudeltà della guerra civile, che necessitano con estrema urgenza di terapie e sostegni appropriati, forniti dallo staff di specialisti dei Villaggi SOS. Tra le persone più esposte agli orrori della violenza della guerra civile, sicuramente i bambini subiscono maggiormente gli effetti provocati dallo stress post-traumatico che compromette spesso in modo irreversibile la salute mentale, emotiva e fisica.
Dato il gran numero di madri sole presenti nel campo rifugiati di Abu Shok, vittime di abusi fisici e sessuali e quotidianamente in stato di paura, i Villaggi SOS hanno aggiunto una "area sicura" al consultorio SOS, adeguatamente recintata e sorvegliata. All'interno di queste aree sono le stesse madri sole a contribuire all'assistenza dei loro figli, così come di altri bambini orfani e non accompagnati, con la supervisione dello staff dei Villaggi SOS. Ogni madre si prende cura di sette o otto bambini, i quali ricevono un rifugio temporaneo in un ambiente protetto, sostegno alimentare e cure di prima necessità.
"L'ultimo obiettivo dei Villaggi SOS in Darfur è dare sostengo alle persone più vulnerabili, madri e bambini, aiutandoli a superare i loro traumi e fornendo loro un luogo sicuro in cui possano sentirsi protetti dagli abusi," spiega Richard Pichler, segretario generale dei Villaggi SOS. "Queste madri hanno terribilmente sofferto e necessitano di interventi e terapie professionali finalizzate a ridare loro la fiducia nel futuro e la.forza di proseguire."
I Villaggi SOS sono presenti in Sudan dal 1978 con due Villaggi in cui vengono accolti bambini soli e abbandonati e tre scuole. Negli ultimi otto mesi l'attività in loco dei Villaggi SOS, in collaborazione con le autorità locali e con ICRC si è concentrata sui programmi di recupero per i bambini soldato nelle regioni a Sud del Sudan. Grazie a questo programma, circa 280 bambini soldato sono rientrati nelle famiglie di origine e si stima che altri 200 o 300 di loro saranno reintegrati a breve.
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SoS Italia, 25 marzo 2005