“È importante fare, far bene e farlo sapere” è un modo di dire che ricorre spesso nelle organizzazioni: sono moltissimi gli enti del terzo settore che fanno del bene, e che lo fanno bene, ma sono molti anche quelli che non lo sanno raccontare nel modo giusto agli interlocutori giusti.
Anche scrivere progetti per i bandi è un modo di raccontare le cose belle che realizza la nostra organizzazione.
Troppo spesso sento dire: “Partecipiamo a un bando, così avremo i soldi per coprire gli sbilanci delle nostre attività”: troppo spesso chi individua un ente erogatore e vuole scrivere una domanda di contributo per partecipare a un bando si concentra quasi esclusivamente sull’unico obiettivo dell’ottenere una donazione, senza pensare che chiunque abbia del denaro da donare, compresi gli enti filantropici, lo destina a delle buone cause che lo hanno convinto, coinvolto e affascinato.
Per far sì che questo avvenga, bisogna raccontare bene l’idea per cui si chiede un contributo e l’identità di chi lo sta chiedendo. Scrivere un progetto per un bando o per una domanda di contributo vuol dire raccontare qualcosa della nostra organizzazione per qualcuno che dovrà leggere il nostro racconto e valutare il valore della nostra mission e la qualità del nostro operato, prima ancora di decidere se e quanto donarci per quello stesso progetto che abbiamo scritto e presentato.
Più sapremo raccontare bene le cose belle che facciamo più agevoleremo l’ottenimento dei contributi da enti filantropici; ma, anche se non riusciremo a ottenere il contributo al primo colpo, saremo riusciti a raccontare di noi e della nostra buona causa a interlocutori che in futuro potranno essere di nuovo interessanti per la nostra organizzazione, in occasione di nuovi bandi o di nuove progettualità.
Tra l’altro molto spesso, anzi quasi sempre, l’ente filantropico – e al suo interno, le persone che lo fanno vivere e lo mandano avanti – ha già fatto delle scelte di campo (cultura, sociale, ecologia, ecc.) e sta cercando progetti in linea con queste stesse scelte erogative.
Per questi motivi è fondamentale capire quali saranno i nostri interlocutori e che cosa in realtà stanno cercando (no, non sono alla ricerca solo di qualcuno a cui dare dei soldi!), con quale linguaggio si troveranno a loro agio nel leggerci, quali parametri utilizzeranno per valutare la nostra organizzazione e il nostro progetto, che cosa andranno a cercare all’interno dei nostri documenti in termini di coerenza, narrazione, obiettivi, economie…
È più importante raccontare tutta la nostra storia o illustrare i motivi che ci hanno portato a sviluppare un’idea progettuale piuttosto che un’altra? Abbiamo le idee chiare sulle attività che vogliamo realizzare, e sul perché e sul come queste concorrono a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti? E i nostri obiettivi, sono coerenti con gli obiettivi del bando?
Nei quattro incontri del corso Finanziare idee – Corso base per scrivere progetti si cercherà di dare risposta a queste domande e a tante altre. Verrà condiviso un approccio alla scrittura dei progetti che sappia essere rispettoso dell’identità delle organizzazioni non profit e del loro particolarissimo modo di rispondere alla propria mission, ma che permetta al contempo di entrare in un dialogo efficace con gli enti filantropici.
Nel percorso si scoprirà anche che i vari documenti che compongono una domanda di contributo – proposta progettuale, formulario, budget preventivo, documentazione integrativa, ecc. – sono in realtà tutte fotografie di un unico soggetto (la nostra organizzazione e il suo progetto), semplicemente ripreso con diverse angolazioni e filtri ottici differenti. E verranno analizzati alcuni processi e strumenti operativi per realizzare una fotografia – la domanda di contributo – nitida e ben sviluppata.