“Noi doniamo” il 6° rapporto sul dono in Italia, curato dall'Istituto Italiano della Donazione, presenta un andamento in ripresa, ma che va incoraggiato.
Il quadro presentato nel rapporto dall'Istituto Italiano della Donazione, sottolinea come dopo il periodo contrastante degli anni dell'emergenza pandemica, arrivano finalmente segnali positivi in tutte le dimensioni del dono, anche se i livelli pre-pandemia sono ancora lontani.
La sesta edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con CSVnet, indaga lo stato dell’arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione economica (denaro), la donazione di capacità e tempo (volontariato) e quella biologica (sangue, organi etc.). Per ciascuno di tali ambiti il rapporto misura le pratiche e la propensione al dono delle persone residenti in Italia, con dati generali accompagnati da approfondimenti tematici affidati ad esperti e centri di ricerca. Sono partner del progetto Osservatorio sul dono: ASSIF, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CSVnet, EuConsult Italia, FIDAS, Osservatorio di Pavia, Scuola di Fundraising di Roma, Walden Lab.
I numeri della ripresa delle donazioni, tuttavia, come sottolinea il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò, rappresentano “solo le prime luci in fondo ad un tunnel ancora lungo. Nel 2022, anno di riferimento di questa edizione dell’indagine, si cominciano ad avvertire i primi segnali di ripresa rispetto alle pratiche di dono degli italiani, dopo i difficili e contrastati anni dell’emergenza pandemica. Anche il dono, come tutte le sfere della vita pubblica e privata degli individui, non può non subire i colpi dalle crisi che, a più livelli, stiamo vivendo. Va sottolineato però che le organizzazioni del terzo settore hanno dimostrano una sostanziale tenuta e sono state premiate per la loro capacità di reagire e di innovare, anche se la strada è ancora lunga e tortuosa. La sfida è combattere l’astensionismo dal dono e intercettare nuove forme di partecipazione, per coinvolgere sempre più persone a mettersi in gioco ed esprimere concretamente, anche attraverso il dono, il proprio personale contributo”.
Qui la presentazione del rapporto