Anche gli Enti del Terzo Settore possono avere un ruolo attivo nel rafforzamento dell’istituto del whistleblowing in Italia. In attuazione del decreto legislativo 24/2023 per la protezione di quanti segnalano sul luogo di lavoro violazioni della legge, l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha previsto l'istituzione di un elenco di associazioni e cooperative per offrire ai segnalanti informazioni, assistenza e consulenze a titolo gratuito.

La parola “whistleblower” non ha una traduzione efficace in italiano, significa – letteralmente - “soffiatore di fischietto”. Di fatto, sono coloro che denunciano o riferiscono alle autorità, pubblicamente o segretamente, attività illecite o fraudolente nel governo, in un'organizzazione pubblica o in un ente privato (1) – non nel proprio interesse individuale, ma in nome dell’interesse pubblico.
Il numero di whistleblower in Italia, da quando si è iniziato a porre maggiore interesse sulla questione, è in crescita, come segnala l'ANAC nel report annuale 2023. 

Con il recente decreto legislativo n.23 del 10 marzo 2023 sul whistleblowing, sono state rafforzate il ruolo e le competenze di ANAC nel raccogliere le segnalazioni di illeciti e preservare da comportamenti ritorsivi chi segnala tali violazioni della legge sia nelle pubbliche amministrazioni che nelle aziende private. ANAC diventa infatti l'unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e l'eventuale applicazione delle sanzioni amministrative, sia nel settore pubblico che in quello privato.

La nuova normativa riconosce anche un ruolo particolare agli enti del Terzo settore, prevedendo un rafforzamento dell'efficacia delle tutele – dove previste – per tutti gli enti - inseriti in un apposito elenco previsto da ANAC - che forniscono misure di sostegno alle persone segnalanti. Tale elenco, che, come precisa ANAC, non è espressione di procedure selettive né prevede alcuna graduatoria di merito, rappresenta “uno strumento, offerto ai whistleblower, per conoscere meglio le modalità di segnalazione e la protezione dalle ritorsioni garantita dalle disposizioni normative nazionali e da quelle dell’Unione europea. Tale collaborazione servirà anche ad ottenere maggiore approfondimento sui diritti della persona coinvolta, nonché sulle modalità e condizioni di accesso al patrocinio a spese dello Stato”.

Gli enti non profit attualmente convenzionati

Tra gli Enti che finora si sono convenzionati con l’Autorità, MigliorAttivaMente, Generazione 231, Cooperativa sociale Kiosei, Amici di Mimmo, Libera, Italia civile.

Gli Enti interessati all’inserimento nell’elenco hanno partecipato alla manifestazione di interesse lanciata da Anac a giugno scorso.

Le domande pervenute dopo la scadenza del termine – ossia venti giorni dopo la pubblicazione della manifestazione di interesse – saranno inserite nell’elenco al successivo aggiornamento (previsto con cadenza semestrale) della lista pubblicata sul sito istituzionale dell’Autorità.

I requisiti

Possono presentare domanda gli enti del terzo settore in possesso di alcuni requisiti. Nello specifico gli enti, diversi dalle imprese sociali, incluse le cooperative sociali, che esercitano, secondo le previsioni dei rispettivi statuti, in via esclusiva o principale, le attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale di seguito indicate:

  • promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata; 
  • promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori;
  • promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche dei tempi e i gruppi di acquisto solidale.

Tali enti devono essere necessariamente iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Maggiori informazioni a questo link

 

Fonti: ANAC, Wired, Cild 

(1) L'associazione che aiuta i whistleblower a proteggersi, su wired.it

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