Ai Cantieri ViceVersa, che si sono tenuti a Padova dal 14 al 16 giugno, si è discusso del rapporto tra Terzo settore e finanza sostenibile. Oltre che essere un'utile occasione di confronto tra gli ETS e gli operatori finanziari sul territorio per sviluppare buone pratiche per aumentare la solidità economica ma anche la capacità di generare impatti positivi sia dal punto di vista sociale che ambientale, è stata anche un'occasione per fare il punto sui passi in avanti necessari per il Terzo settore. Claudia Fiaschi, responsabile Cantieri ViceVersa per il Forum nazionale Terzo settore sottolinea che sono stati fatti tanti passi avanti, ma servono cambiamenti culturali.
Il progetto Cantieri ViceVersa è un’importante occasione di confronto tra Enti del Terzo Settore e operatori finanziari sul terreno comune dello sviluppo sostenibile, utile alla condivisione di buone pratiche all’analisi e allo sviluppo di strumenti finanziari adatti a rispondere alle esigenze degli Ets, al fine di aumentarne non solo la solidità economica, ma anche la capacità di generare impatti positivi dal punto di vista ambientale e sociale.
Quest'anno è stata la terza edizione, promossa dal Forum Nazionale del Terzo Settore e dal Forum per la Finanza Sostenibile. Il dialogo tra Terzo settore e buona finanza è molto più aperto che in passato e all'insegna – come ha sottolineato la portavoce del Forum, Claudia Pallucchi - della sinergia.
“Creare sinergia tra il Terzo settore e il mondo finanziario è sempre più strategico, per consolidare un modello di sviluppo fondato sui principi di sostenibilità e solidarietà ma che contemporaneamente sa produrre economia e occupazione, come ci confermano i recenti dati Istat. Con Cantieri ViceVersa continuiamo a investire in questa direzione, stimolando la riflessione e la nascita di idee da condividere tra gli ospiti e i partecipanti e, soprattutto, da diffondere all’esterno”.
Dal confronto è emerso un punto fondamentale per il Terzo settore, che riguarda la ancora poca famigliarità con le soluzioni di finanza che possono accompagnare lo sviluppo e migliorare l'impatto dei progetti. Questo è emerso da una ricerca presentata dal Forum nazionale del Terzo settore insieme ad Aiccon/Università di Bologna, con il coordinamento scientifico di Paolo Venturi, che fotografa il rapporto del non profit con gli strumenti finanziari: "Terzo settore ed ecosistema finanziario: sentiment di una relazione generativa".
Dallo studio emerge un crescente interesse del Terzo Settore nella costruzione di collaborazioni con il mondo della finanza, con una maggiore familiarità verso banche e assicurazioni: il 74,2% delle organizzazioni utilizza strumenti per assicurare i volontari, il 61,3% anche per assicurare i soci. L'uso degli strumenti bancari è ancora molto orientato alla gestione corrente e all’anticipo dei contributi pubblici (il 35,5%) e poco agli investimenti. Poco rilevante l’uso di strumenti di funding mix, appannaggio di pochi innovatori.
Anche il Crowdfunding, strumento strategico non solo per raccogliere fondi ma anche per co-progettare, è poco usato: solo l’8,1% delle realtà di piccole dimensioni usa piattaforme digitali di questo tipo, dato che scende al 5,4% per le reti più grandi. Interessante la restituzione sulle relazioni "non finanziarie" tra Ets e operatori finanziari: costruzione di network tra attori per scopi comuni e formazione sono le collaborazioni più frequenti per le grandi reti.
«Il Terzo Settore può migliorare in modo consistente l'impatto della propria azione sociale con un uso consapevole delle diverse soluzioni finanziarie», dice Claudia Fiaschi, responsabile Cantieri ViceVersa per il Forum nazionale Terzo settore, «ma occorre investire ancora sulla crescita di una cultura finanziaria vocata socialmente all'interno del Terzo settore. I Cantieri Viceversa rappresentano un bel laboratorio in questa direzione ma c'è ancora molto lavoro da fare».
«Nel rapporto tra enti del Terzo Settore e i diversi strumenti finanziari disponibili», continua Fiaschi, «sono troppo poco utilizzate le piattaforme di crowdfunding che oggi sono invece lo strumento principale per intercettare la propensione alla donazione della comunità. È sottovalutato il potenziale dei prodotti assicurativi limitato oggi a quelli da obblighi di legge e registriamo un uso ordinario dei prodotti bancari. Per gli operatori finanziari la ricerca apre uno spazio interessante di programmazione: network di scopo. formazione, piattaforme di welfare aziendali o di raccolte fondi, donazioni di beni strumentali sono già in corso di sperimentazione da valutare ed espandere».
«Rispetto alla prima edizione di Cantieri Viceversa», conclude Fiaschi, «si sono fatti molti passi avanti. Allora il Terzo Settore vedeva banche e assicurazioni come un diavolo tentatore, oggi abbiamo qui cento persone, metà del mondo del Terzo Settore metà del mondo finanziario, che dialogano insieme parlando un linguaggio comune. I cambiamenti culturali chiedono tempo oltreché investimenti. Credo che siamo sulla strada giusta».
Fonti: Forum Terzo Settore, Vita