Un recente documento dei giudici contabili fa il punto sulla gestione dell'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
“I provvedimenti di sequestro o confisca dei beni della criminalità organizzata sono in continuo aumento e superano costantemente i provvedimenti di riutilizzo, anche in virtù delle varie criticità rilevate”: lo ha sottolineato la Corte dei Conti con la Delibera 2 maggio 2023, n. 34/2023/G (“PROFILI INNOVATIVI ED ESPERIENZE MATURATE NELLA GESTIONE DELL’AMMINISTRAZIONE DEI BENI SEQUESTRATI E CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: L’ATTIVITÀ DELL’AGENZIA NAZIONALE (ANBSC)” ). Per i giudici contabili, in particolare, “gli ostacoli maggiori nel destinare a nuovo uso i beni sequestrati alle mafie sono legati, oltreché alla lunghezza dei procedimenti, alla ridotta disponibilità finanziaria dei Comuni e degli enti del terzo settore, che rende difficoltoso l’avvio dei progetti di reimpiego sociale delle strutture sottratte alle organizzazioni criminali, soprattutto nel caso di immobili in cattivo stato manutentivo o soggetti a spese di gestione”. “Anche in presenza di adeguate risorse – si legge nel documento - la scarsa conoscenza della loro esistenza e delle modalità di acquisizione costituiscono significativi elementi di intralcio al riutilizzo sociale dei beni nell’ambito delle politiche di contrasto alle mafie”.