Il fundraising è una disciplina intimamente legata alla gestione delle relazioni, senza le quali non potrebbe esistere la raccolta fondi. Esso è come un ponte che connette i donatori che hanno le risorse, alle organizzazioni che hanno le capacità tecniche e materiali per realizzare progetti, entrambi, ciascuno dal proprio punto di vista e con il proprio ruolo, esistono per aiutare beneficiari e generare un impatto virtuoso e positivo nelle comunità di riferimento. Così inteso allora tutto il fundraising è una disciplina che è fatta di persone, le mette in connessione tra loro, permette di sviluppare idee e progetti pensati da persone per altre persone e favorisce il cambiamento di collettività e territori.
Molto spesso, quando pensiamo di raccogliere risorse per un progetto, ci focalizziamo sugli enti pubblici o sulle aziende, considerandoli come se fossero i bacini più floridi cui rivolgersi. In realtà, anche le persone fisiche rappresentano un mercato importantissimo. Ma c’è di più, esiste, infatti, un quarto mercato, quello delle fondazioni che non può essere dimenticato se si vuole strutturare un funding mix davvero equilibrato e efficace.
Le fondazioni, sia quelle nazionali sia quelle internazionali, sono effettivamente un bacino da non sottovalutare e con cui costruire partnership e sinergie di valore. Queste ultime sono spesso viste come un orizzonte di riferimento lontano o irraggiungibile, a volte per la distanza logistica (alcune sono distanti dalla sede dell’organizzazione e operano in altri territori, magari nascono all’estero), altre per il loro carattere istituzionale, altre ancora per una superficiale conoscenza da parte delle organizzazioni sulle finalità che possiedono. Fatto sta che le fondazioni esistono e sono un punto di riferimento importante per le comunità e i territori.
Ogni fondazione nasce con scopi leciti e specifici di utilità sociale e ve ne sono diverse tipologie, così come molteplici possono essere le modalità di costruzione di partnership con questi enti.
Una fondazione può essere d’erogazione, se nasce per erogare risorse a enti terzi oppure operativa, se è costituita per gestire direttamente progetti specifici su uno o più territori. Possono essere di famiglia o d’impresa, di comunità, di partecipazione, bancarie, lirico-sinfoniche, giusto per citare alcuni esempi. Di fronte a questa pluralità d’interlocutori potenziali è davvero molto importante capire, soprattutto nel caso di fondazioni con attività erogativa, attraverso quali strumenti esse operano. Possono avvalersi di bandi, contributi diretti su progetti, colloqui, attività di co-progettazione con gli enti. Tuttavia, è importante tenere anche conto dell'ambito territoriale d’intervento e soprattutto delle finalità che una fondazione persegue, al fine di comprendere le affinità che si possono valorizzare e dunque valutare meglio la potenziale esigibilità di un progetto.
È, inoltre, importante ricordare che ogni fondazione ha il proprio calendario erogativo, ossia solo in certi periodi dell’anno accetta e valuta progetti e iniziative da sostenere, così come è indispensabile, una volta ottenuta l’erogazione, coinvolgere la fondazione nello sviluppo progettuale, rendicontare attentamente e verificare i risultati ottenuti.
Infine, è fondamentale tenere presente che dietro alle fondazioni ci sono persone che operano per il benessere socio-culturale di uno o più territori. Candidare un progetto, dunque, non è un’attività puramente compilativa, ma comporta la messa in gioco di una significativa dose di empatia, ascolto attivo, valorizzazione di competenze e aspettative.
Il Corso “Partnership e fundraising con le fondazioni nazionali e internazionali” di ConfiniOnline vi guiderà proprio alla comprensione approfondita di questo mercato, delle strategie più utili e dei passi più efficaci che occorre fare per avviare con esso proficue collaborazioni.