È piuttosto consolidata la consapevolezza che il valore aggiunto nelle organizzazioni è rappresentato dalle persone, poiché è attraverso i loro talenti, il loro impegno, la loro proattività e creatività che è possibile trovare le risposte alle continue sollecitazioni esterne. Al tempo stesso ci sono alcuni fenomeni che oggi rendono urgente porre le persone al centro delle organizzazioni, investendo su di loro e sul loro benessere.
Da un lato i rilevanti cambiamenti generazionali che stanno attraversando la società e il mondo del lavoro, già da tempo oggetto di attenzione tra chi studia le organizzazioni, tra cui la presenza contemporanea di più generazioni nei contesti lavorativi, con esigenze e modalità diverse di vedere e approcciare lavoro e vita privata; l’emergere di nuovi modi di intendere e vivere la genitorialità; l’uscita per pensionamento di quote significative di lavoratori e lavoratrici nei prossimi anni; l’impatto delle generazioni millenials e zeta, meno numerose e propense a trasferimenti anche all’estero, per avere condizioni maggiormente favorevoli e in linea con le aspettative professionali e di vita.
Dall’altro si tratta di fenomeni più recenti come l’aumento delle dimissioni volontarie (Great Resignation), in diversi casi conseguente ad una progressiva presa di distanza dall’attività svolta e dal contesto in cui si lavora (Quiet Quitting), notevolmente aumentate anche in Italia, soprattutto in seguito alla pandemia, e legate alla ricerca di una qualità di vita migliore, così come di una maggiore coerenza tra i propri valori e gli scopi dell’organizzazione di appartenenza.
Soprattutto per le giovani generazioni, l’aspettativa è oggi quella di luoghi di lavoro che soddisfino esigenze di carattere professionale e aspirazioni di carattere personale, in un clima di equità e trasparenza, dove lavorare bene e in modo sano, sostenibile ed equilibrato.
Esperienze, studi e ricerche indicano che gli strumenti di conciliazione vita-lavoro, rappresentano una delle risposte più efficaci al desiderio di armonizzare bisogni, tempi e interessi individuali con responsabilità e impegni lavorativi, se gestiti in modo competente e sistematico.
Un buon sistema di conciliazione vita-lavoro si basa sulla gestione per fasi di vita, a partire dalle caratteristiche (diversità) di chi lavora in uno specifico contesto. Questo permette di rispondere in modo più puntuale e previsionale ai bisogni di conciliazione delle persone, ingaggiandole maggiormente e quindi, in una logica win win, favorendo un maggiore scambio e disponibilità a collaborare con l’azienda.
Da qui l’idea del percorso di formazione proposto con ConfiniOnline Migliorare l’organizzazione conciliando vita e lavoro, un contesto dove confrontarsi su metodi, strumenti, esempi, per delineare quali motivazioni e caratteristiche dovrebbero o potrebbero sostenere un modello sistemico e virtuoso di conciliazione vita-lavoro nella propria organizzazione.
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