Difficoltà di accedere agli uffici preposti, lunghissimi tempi di attesa e richieste illegittime ostacolano la possibilità di richiedere la protezione internazionale in molte Questure della Lombardia. Un insieme di enti ha inviato un appello a tutte le Istituzioni e gli Enti competenti affinché vengano definitivamente risolte le criticità. Riportiamo il comunicato.
La possibilità di chiedere protezione internazionale è di fatto resa spesso impossibile e ciò costituisce una grave violazione delle norme europee e nazionali ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato.
Il decreto legislativo n. 25 del 2008 infatti sottolinea l’importanza di un tempestivo accoglimento della manifestazione della volontà di richiedere protezione internazionale e prescrive a tal fine dei precisi termini. Inoltre la Direttiva 2013/32/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio prevede modalità e termini tassativi per la registrazione delle domande di protezione internazionale.
La violazione delle norme della Direttiva UE comporta un inadempimento da parte dello Stato italiano che potrebbe essere sanzionato con procedura di infrazione dalla Commissione europea.
Per questo ADL a Zavidovici, ASGI, CGIL Monza e Brianza, CNCA Lombardia, Cooperativa Sociale Aeris, Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, Fondazione Somaschi Onlus e Naga OdV oggi hanno inviato un appello a tutte le Istituzioni e gli Enti competenti affinché vengano definitivamente risolte le criticità riscontrate presso le Questure di Milano, Varese, Monza e Brianza, Lecco e Como.
Gli enti firmatari chiedono che le gravissime criticità riscontrate nell’accesso alla procedura per la richiesta di protezione internazionale vengano rimosse con urgenza e che vengano trovate tempestivamente soluzioni strutturali ed efficaci.
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