Tutta Italia si prepara alla grande manifestazione per la pace che si terrà a Roma, sabato 5 novembre. L'appuntamento avrà come destinazione Piazza San Giovanni in Laterano. L'obiettivo è quello di mettere al centro i contenuti della piattaforma Europe for Peace su cui è stata convocata la manifestazione, che ha una chiara matrice apolitica: non saranno consentite infatti bandiere di parte.
Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 12 in Piazza della Repubblica, con partenza del corteo alla volta di piazza San Giovanni in Laterano per le ore 13. Attorno alle 15 inizieranno gli interventi dal palco. Ad alternarsi davanti alla folla saranno rappresentanti delle organizzazioni promotrici, mentre sono attese anche molte testimonianze da tutto il mondo.
Le richieste sono note: fermare le armi subito, quindi dare ascolto alla voce unitaria “dal basso” delle istituzioni italiane, europee e internazionali per giungere ad una vera conferenza multilaterale di pace. La grande preoccupazione è quella della minaccia nucleare e il mondo pacifista ribadisce che è inaccettabile che le contese si risolvano con i conflitti armati, è dovere di tutti gli Stati e i popoli fermare questa follia.
«L’Italia, l’Unione Europea e gli Stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco» spiegano i promotori. «Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso».
Questo è il cuore della piattaforma “Europe for Peace” che ha indetto la manifestazione nazionale e che in questo mese ha raccolto una marea di sigle del mondo associativo, cattolico e laico. Intanto l’appello per la pace è stato tradotto in diverse lingue, nella convinzione che la partita per la tregua si giochi innanzitutto sul grande tavolo dell’Europa.
Fonte: Avvenire.it