Sono questi alcuni dei caratteri distintivi della tratta di esseri umani in Italia, secondo quanto emerso oggi dalla Conferenza Internazionale sulla tratta di esseri umani. Un importante incontro di studio e confronto sul fenomeno sia in Italia che in alcuni paesi europei e sulla normativa in materia, promosso da Save the Children, nell'ambito del progetto Agis, in collaborazione con la partnership del progetto europeo Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall'Associazione On the Road*. "La tratta costituisce una gravissima violazione dei diritti di migliaia di adulti e di minori, diritto alla vita, all'integrità fisica e psichica, alla salute", spiega Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia. "Chi è vittima di tratta, tanto più se è un bambino, vive una tale condizione di segregazione e violenza da diventare invisibile e difficilmente raggiungibile e identificabile anche da parte di chi, polizia, autorità giudiziarie, operatori sociali , è chiamato ad aiutarlo. E' quindi necessario", continua, "promuovere la massima collaborazione fra tutti gli attori coinvolti in questo delicatissimo compito e che siano stabiliti degli standard condivisi per la identificazione e il supporto delle vittime di tratta. Come Save the Children abbiamo provveduto a redigere il primo protocollo per l' identificazione e il supporto di questi minori, che ci auguriamo contribuisca alla loro individuazione e protezione".

"Anche sulla base delle ricerche che abbiamo realizzato e che oggi presentiamo, la tratta di essere umani in Italia appare un fenomeno quanto mai complesso, sempre più organizzato e articolato", commenta Isabella Orfano, componente di Osservatorio Tratta e curatrice di uno dei due volumi presentati riguardante i diversi fenomeni di tratta presenti nel nostro Paese. "È quindi fondamentale prima di tutto approfondirne la conoscenza, essendo in gran parte un fenomeno sommerso e che sfugge alle statistiche ufficiali. In secondo luogo", prosegue, "bisogna rendere omogenee e pienamente operative le norme già esistenti a tutela delle vittime di tratta, con particolare riferimento all'applicazione sul territorio italiano del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Uno strumento all'avanguardia nel panorama europeo ed internazionale ma la cui efficacia rischia di essere compromessa dalle interpretazioni notevolmente diversificate che ne danno gli organi competenti: questure in primo luogo, ma anche Prefetture e Procure della Repubblica".

La tratta in Italia
Come si legge nella ricerca su La tratta di persone in Italia. Evoluzioni del fenomeno e ambiti di sfruttamento realizzata nell'ambito del progetto Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall'Associazione On the Road, i dati ufficiali parlano di 11.226 le vittime di tratta fra il 2000 e il 2006, di cui 619 minori, mentre risultano 8.056 fra il 2005 e il 2006 le persone denunciate specificatamente per i reati connessi alla tratta di esseri umani. Tuttavia tali numeri sono ampiamente sottostimati e non rendono conto di un fenomeno molto più vasto e articolato . Per quanto riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, documenta la ricerca, si registra a partire dagli anni '90 un graduale aumento del numero di paesi di origine coinvolti (per esempio Albania, Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Cina, Nigeria) e l'affiancarsi allo sfruttamento in strada di quello al chiuso in appartamenti e locali notturni. Sono poi cambiati l'organizzazione delle reti criminali e i metodi di reclutamento, controllo e sfruttamento con un passaggio da gruppi criminali semi-dilettantistici a gruppi fortemente organizzati con collegamenti transnazionali, e con il passaggio da forme coercitive particolarmente violente a strategie più sottili, basate anche sulla concessione alle vittime di un margine di contrattualità; inoltre si è assistito al progressivo abbinamento della tratta ad altre attività illecite (traffico di migranti, di droga e di armi) e lecite (es. riciclaggio di denaro sporco attraverso attività commerciali regolari), e alla diversificazione degli ambiti di sfruttamento: non solo quello sessuale, ma anche in attività illegali, lavoro forzato e sfruttamento lavorativo. Ancora invece non dimostrabile, secondo l'indagine, è l'esistenza in Italia di ulteriori articolazioni di questo business criminale, come la tratta finalizzata all'espianto di organi, benché sia ormai comprovata l'esistenza di un commercio internazionale di organi e di tessuti, sia sottoforma di compravendita di organi tra adulti consenzienti che di viaggi della speranza in paesi in via di sviluppo per effettuare un trapianto illegale. Quanto alla tratta a scopo di adozioni internazionali illegali , lo studio sottolinea come le adozioni illegali, gli abusi e le pratiche irregolari compiute in vari momenti del percorso di adozione internazionale riguardano anche l'Italia, ma il collegamento con la tratta risulta essere molto incerto.

Il profilo dei minori vittime
Su rotte e percorsi analoghi a quegli degli adulti e con modalità simili, giungono in Italia anche molti minori vittime di tratta. Poche centinaia - 619 fra il 2.000 e il 2.006 secondo le uniche statistiche ufficiali disponibili - ma sicuramente molti di più nella realtà, stima Save the Children che nell'ambito del progetto Agis ha coordinato 4 ricerche sul fenomeno della tratta dei minori in Italia, Romania, Bulgaria e Germania.
Provengono principalmente da Nigeria, Romania e Moldavia e sono per lo più adolescenti o neo-maggiorenni di sesso femminile le vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale nel nostro paese. Costrette con l'inganno a firmare un contratto e attraverso particolari riti religiosi ad assumersi un impegno anche verso la comunità, le nigeriane vengono ridotte in uno stato di soggezione già nel paese d'origine. Quasi sempre prive di un permesso di soggiorno e di un passaporto, fanno quindi ingresso in Italia o in aereo o per mare, nel primo caso accompagnate da una trafficante donna, nel secondo da un uomo che esercita o fa esercitare violenza sessuale nei loro confronti durante il tragitto. Una volta nel nostro paese le ragazze vengono private della libertà e costrette a pagare fra i 30 e i 50 mila euro per riscattarla, prostituendosi su strada, sotto il controllo della sfruttatrice o di un'altra vittima indotta a farlo.
Le ragazze provenienti dall'Est Europa, soprattutto da Romania e Moldavia, ma anche da Bulgaria, Repubblica Ceca, Albania, Serbia e Croazia, sono reclutate nel paese d'origine da conoscenti, pseudo-fidanzati o parenti. Vengono in genere convinte a recarsi in Italia con la promessa di un impiego o di una vacanza, ma vi sono anche casi di rapimenti o di trasferimento coatto. Le adolescenti giungono attraverso il confine terrestre, in auto o in pullman o a piedi con un passeur. Una volta in Italia sono costrette a prostituirsi o in strada o negli appartamenti, sottoposte ad una tale violenza psicologica e verbale da essere ridotte in uno stato di completa soggezione. E tra le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, rileva la ricerca di Save the Children, vi sono anche adolescenti rom: ragazze spesso provenienti da Craiova, in Romania, da contesti sociali e famigliari particolarmente svantaggiati, convinte a venire in Italia con l'inganno e poi obbligate a prostituirsi sulla strada, in prossimità dei campi della comunità rom.
Minori rom di origine rumena di entrambi i sessi sono inoltre tra le principali vittime di tratta a scopo di attività illegali. Hanno per lo più 14 anni e quindi non sono perseguibili penalmente. Reclutati nel paese di origine dietro pagamento ai genitori, agli affidatari o ai responsabili degli istituti per minori soli, vengono condotti in Italia affinché compiano furti e scippi, costretti a vivere in condizioni pessime e a destinare tutti gli incassi allo sfruttatore. Provengono invece da Senegal e Gabon molti adolescenti coinvolti nel trasporto e spaccio di droga, a cui sono indotti con la minaccia, l'inganno e anche violenze fisiche come l'abrasione dei polpastrelli, rileva la ricerca di Save the Children.
Che documenta anche fenomeni di tratta a scopo di mendicità, di cui sono vittime bambini rom maschi e femmine di origine rumena, reclutati nel paese di origine dal trafficante che paga direttamente le famiglie e che, una volta in Italia, li costringe a mendicare per molte ore al giorno nella stessa postura, anche in condizioni metereologiche sfavorevoli.
Esempi di grave sfruttamento lavorativo anche se non di vera e propria tratta sono inoltre documentati da Save the Children e si riferiscono ad adolescenti e neo-maggiorenni maschi di origine magrebina, sub sahariana, albanese, rumena e di altri paesi della ex-Jugoslavia occupati nei settori agricolo e dell'edilizia. Le ricerche coordinate dall'organizzazione internazionale danno infine conto della tratta di minori in Romania, Bulgaria e Germania: paesi principalmente di origine e transito delle vittime, i primi due; nazione prevalentemente di destinazione la Germania. Le adolescenti tra i 15 e i 17 anni sono il più delle volte le vittime dello sfruttamento sessuale mentre i minori di 14 anni - talora di etnia rom - sono maggiormente coinvolti in attività illegali e nella mendicità.

La tutela giuridica delle vittime: un protocollo per l'identificazione dei minori
Dunque siamo in presenza di un fenomeno tentacolare e che sempre più sta allargando il suo raggio di azione, ai danni di migliaia di bambini, adolescenti e donne. Ebbene, quale supporto e protezione la legge italiana riserva alle vittime di tratta, siano esse adulte o minorenni? Come documentato nel volume La tratta di persone in Italia. Le norme di tutela delle vittime e di contrasto alla criminalità, la seconda delle ricerche realizzate nell'ambito del progetto Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall'Associazione On the Road, nel nostro paese la normativa anti-tratta (l. 228/2003 "Misure contro la tratta di persone") viene applicata in modo disomogeneo. In particolare ciò vale per il riconoscimento alle vittime del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Secondo un'indagine condotta su 65 delle 103 questure italiane infatti, oltre la metà tende a subordinare il riconoscimento del permesso alla collaborazione della vittima al procedimento penale, secondo una logica "premiale" che prevale sui requisiti della "violenza e grave sfruttamento" e del "pericolo grave, attuale e concreto".
Inoltre restano lunghi i tempi della procedura di rilascio del permesso di soggiorno stesso. Per quanto riguarda invece specifiche tutele riservate ai minori, uno dei problemi più spinosi resta l'identificazione di coloro che sono vittime di tratta, spesso confusi e trattati alla stregua di minori dediti ad attività criminali. Per questo Save the Children ha coordinato la redazione del primo Protocollo di identificazione e supporto dei minori vittime di tratta e di sfruttamento: a disposizione di forze dell'ordine, magistrati, operatori, presenta, in modo molto schematico, i profili dei gruppi a rischio di tratta e sfruttamento e fornisce la prima lista esaustiva sviluppata in Italia di indicatori per la identificazione dei minori vittime e in tabelle sintetiche descrive gli strumenti di tutela e di protezione delle vittime disponibili nel nostro paese.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa - Save the Children Italia
tel. 06.48070023-71;
press@savethechildren.it  

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