Riguardo ai fondi europei ed oggi al PNRR si sentono molte opinioni differenti che vanno da un grande ottimismo rispetto alle risorse messe a disposizione e alla possibilità di ottenere dei contributi alla contrarietà e ai timori di eventuali fenomeni di malagestione. Come in tutte le cose la verità sta nel mezzo e per affrontare l’argomento, e ancora più per cogliere efficacemente le opportunità che questi fondi mettono a disposizione, è necessario conoscerli e comprenderne il funzionamento.

Innanzitutto una verità: i fondi ci sono e sono molti. L’Italia è il principale beneficiario dei contributi messi a disposizione nell’ambito di Next Generation EU con quasi 70 miliardi di Euro in sovvenzioni e 122 miliardi in prestiti a tasso agevolato, a cui si aggiungono 30,6 miliardi del piano complementare che integrano i fondi del PNRR. A questi si uniscono i 75,315 miliardi della politica di coesione che finanzia ad esempio il Fondo Sociale Europeo.

Secondo spunto: i fondi europei non sono tutti uguali. Quando parliamo di PNRR e politica di coesione ci riferiamo a fondi che sono gestiti a livello nazionale e regionale a sostegno di interventi con un forte impatto territoriale e in linea con le priorità di sviluppo nazionali e locali. Vi sono poi fondi gestiti direttamente dalla Commissione Europea che sostengono invece interventi e progetti innovativi, transnazionali e con un forte impatto europeo.

Un’ultima suggestione: accedere ai fondi europei è impegnativo ma non impossibile. Uno degli aspetti che spesso spaventa le organizzazioni nell’affrontare questi fondi è la loro complessità ma anche la necessità di lavorare in lingua inglese e di creare partenariati internazionali. Sicuramente predisporre un progetto da presentare ad un bando dei fondi europei è un lavoro che non può essere improvvisato e implica struttura, strategia e competenze. D’altra parte, però, esistono delle opportunità che sono state pensate specificatamente per le piccole e medie organizzazioni che si avvicinano per la prima volta ai fondi europei (pensiamo al programma Erasmus+ o al Corpo Europeo di Solidarietà) e che prevedono procedure semplificate sia di presentazione che gestione progettuale. Inoltre, partecipare ad un bando dei citati fondi indiretti vuol dire affrontare un bando gestito con le stesse procedure di altri bandi ministeriali e regionali e che non prevedono una dimensione internazionale.

Infine, per supportare e accompagnare le organizzazioni nell’accedere a questi fondi, la Commissione Europea ha creato una serie di strumenti per facilitare l’identificazione delle opportunità, la ricerca dei partner e la creazione di network e la predisposizione dei progetti.
Questi sono solo alcuni dei temi che saranno approfonditi nel corso “Fondi Europei 2021-2027 e PNRR: le opportunità per il Terzo settore” durante il quale saranno presentati anche gli ultimi aggiornamenti e cambiamenti intercorsi nell’ultimo anno.

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