Sempre di più, anche in Italia, si sente parlare di lasciti testamentari, come di una grande opportunità per le organizzazioni non profit, ed è proprio così, se si pensa che oggi ci sono più di un milione di conti correnti dormienti per circa un miliardo di euro di valore e che entro il 2030 in Italia gli over 60 saranno oltre il 30% in più rispetto a quanto non siano oggi. Questi sono dati davvero accattivanti sui quali è importante fare le giuste riflessioni per attivare una campagna di lasciti testamentari che sia efficace, ma soprattutto che non sia improvvisata.
Ma c’è di più. Decidere di attivare questo particolare strumento vuole dire entrare in relazione profonda e intima con i donatori, vuol dire ascoltare le loro storie, i loro timori, le loro aspettative, e quindi accompagnarli a fare la scelta che li rende più felici e sereni. Perché è di questo che si tratta: fare una scelta, o meglio compiere una scelta sul proprio patrimonio, attraverso il testamento e un lascito solidale.
Eh si questo strumento non può in alcun modo essere lasciato al caso, ma come e più di tutte le campagne di fundraising, deve essere attentamente pianificata e portata avanti con metodo, dedicandovi le giuste attenzioni e risorse. Il tema è ampio e molto articolato e necessita di essere approfondito.
Ci sono alcune informazioni tecniche che è necessario conoscere se si vuole iniziare a pensare alla campagna lasciti. Innanzitutto, è bene sapere che ci sono tre modalità per fare testamento (olografo, pubblico e/o depositato), che ci sono differenze tra eredità e legato, che il testamento può essere fatto quando si vuole e che può essere modificato o annullato da chi lo dispone in qualsiasi momento prima dell’apertura. Non tutti sanno che si può lasciare in eredità non soltanto una somma di denaro, ma anche beni immobili, beni mobili, e perfino una polizza vita o il TFR, e che può riguardare tutto il patrimonio o una parte di esso, e possono beneficiare di un lascito testamentario non soltanto le persone, fisiche ma anche quelle giuridiche, incluse appunto le organizzazioni non profit. Ma come sempre accade quando siamo di fronte al dono, prima viene il donatore. Ed anche in questo caso ancora di più, sia che sia già presente nei nostri database, sia che arrivi da fuori (ad esempio, in ambito medico/salute, il 60% di chi dispone un lascito solidale, non è nei database delle organizzazioni). Per questo è davvero importante capire quale sia il motivo che spinge la persona a fare testamento. Per farlo è necessario dargli attenzione, accoglierla, farla sentire “a casa”, dare l’intimità necessaria a raccontare la propria storia di vita, perché se la donazione tramite testamento avviene post mortem, le sue motivazioni sono saldamente ancorate alla vita vissuta dei nostri donatori. Occuparsi di lasciti testamentari in un’organizzazione non profit non è uno scherzo, è un lavoro molto importante in cui sono necessarie competenze tecniche, grande sensibilità, empatia e rispetto per l’altro, unite a una profonda conoscenza della propria organizzazione. Il corso “Pensa al futuro: la tua campagna lasciti” ti aiuterà a capire meglio quali siano gli strumenti di Legacy Fundraising più efficaci per la tua organizzazione.
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