#abbraccioperlapace

“In una guerra, immenso è il bisogno di calore umano” dice lo scrittore Erri De Luca, che ha vissuto gli anni della guerra nella ex Jugoslavia come volontario per gli aiuti umanitari. E su questa necessità di supporto umano e umanitario che l’Alleanza “Per un Nuovo Welfare” e le organizzazioni del Comitato editoriale di Vita hanno lanciato la campagna di mobilitazione #abbraccioperlapace, per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe in tutte le loro sedi, su tutto il territorio italiano. Questa iniziativa invita a non fermarsi nel manifestare contro questa guerra e “rispondere alle parole e ai gesti di guerra con l’accoglienza e con un’azione simmetrica ma di pace, di peacekeeping dal basso”.

Riempie il cuore e anche gli occhi di lacrime vedere in questi giorni quello che siamo capaci di fare come comunità. Chiunque abbia portato qualcosa nei centri di raccolta che in questi giorni si stanno mobilitando lo avrà avvertito. Piazzali enormi colmi di scatoloni, di gente che va e viene e coopera come in un formicaio, furgoni che partono, occhi che ringraziano. Siamo noi, siamo gli stessi che ogni tanto dicono fandonie sui social, siamo gli stessi che amano fare polemiche sterili, ma per fortuna, quando c'è bisogno di esserci, di darsi, siamo tutti lì. In questi giorni stiamo avendo la percezione che se l'Europa lo volesse, forse sarebbe in grado di aiutare il mondo, anche quella parte di mondo che percepiamo come lontano, ma in cui avvengono guerre guidate dagli stessi fondamentalismi malati, politici o religiosi che siano. Perché, malgrado tutto, siamo capaci di farlo. Noi, la pace, sappiamo costruirla.

La parola guerra, come dice Erri De Luca, ospite nel programma Rai Agorà, “è una parola che è stata bandita, dalla Costituzione Italiana prima e poi dall'Unione Europea, però malgrado questo bando, è stata praticata, con le nostre spedizioni militari in zone di conflitto, è stata tollerata, con la disgregazione armata della ex Jugoslavia negli anni 90 , è stata praticata con i bombardamenti della Nato sulle città della Serbia nell'ultimo anno del 1900. Il bando della parola guerra sul suolo europeo ha permesso qualche “tregua” prolungata, ma oggi, la parola guerra si manifesta con la invasione di una nazione europea da parte di un'altra nazione europea, una cosa che ci riporta al 1900, il secolo delle invasioni. Il suono della sirena dell'allarme aereo, la corsa nei rifugi, le città prese d'assedio, sono rime baciate con il 1900. Kyiv oggi corrisponde alla Sarajevo di 30 anni fa”. In quella città, Erri De Luca ci è stato, con i convogli di aiuti, è stato nei campi profughi per portare aiuti alimentari e racconta che quelle persone avevano bisogno, oltre che di quelli aiuti materiali, di un conforto, del conforto di non essere lasciati soli e abbandonati. “L'arrivo degli aiuti umanitari in quei campi erano occasione di abbracci, di strette di mano, di festa per i bambini che ricevevano anche quaderni e matite colorate. In una guerra, immenso è il bisogno di calore umano. Perciò non mi riguardano molto le sanzioni, i provvedimenti nei confronti dell'economia dell'invasore. Mi riguardano molto, invece, le frontiere lasciate aperte dai Paesi confinanti, che garantiscono la più ampia ospitalità, incondizionata e su vasta scala. Questo dimostra che l'Europa esiste”.

È proprio su questa scia che si instaura l'obiettivo della campagna #abbraccioperlapace, lanciata dall'Alleanza “Per un Nuovo Welfare” e le organizzazioni del Comitato editoriale di Vita, che promuove l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe in tutte le loro sedi, su tutto il territorio italiano. Le cento associazioni, tra cui Azione Cattolica Italiana, Acli, Next Nuova Economia per Tutti, Scuola di Economia Civile, rete di Economia Sociale Internazionale, i Gruppi di Volontariato Vincenziano, Associazione Papa Giovanni XXIII, Fondazione Ebbene, rete Sale della Terra, Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Casa della Carità, Conferenza Permanente Franco Basaglia, animate dalla società editoriale e impresa sociale “Vita”, hanno messo a disposizione le loro sedi territoriali per alimentare in ogni città momenti di confronto e di dialogo tra le comunità ucraine e le comunità russe presenti, “perché non smettano di parlarsi, perché continuino a scambiarsi notizie ed aiuti reciproci, perché chi ha la fortuna di non dover imbracciare un fucile, mentre il rumore degli spari sopra si fa sentire, continui ad abbracciarsi”.

L'immagine della campagna di mobilitazione è stata realizzata dal fumettista Gianluca Costantini e raffigura la stilizzazione di un abbraccio tra due adolescenti, l’immagine di due generazioni che continuano ad amarsi. “Non accadrà però per caso o per la sola volontà eroica delle due parti in gioco, avverrà se tutti noi faremo la nostra parte di costruttori di pace accanto a loro. Per questo, in ogni città italiana vogliamo favorire e praticare un abbraccio per la pace”.

Possono aderire alla campagna tutte le organizzazioni della società civile, ma anche a gruppi di cittadini informali, inviando una mail all’indirizzo abbraccioperlapace@gmail.com ed apponendo all’ingresso della propria sede il cartello simbolo di #Abbraccioperlapace che riporta la dicitura “Qui c’è un Tavolo di Dialogo per la Pace”, accompagnata dall’immagine della campagna.

Tra le iniziative della campagna, un percorso antologico, scaricabile qui, che mira a fornire materiali di lettura per i tavoli di dialogo per la pace che si apriranno in decine e decine di sedi delle organizzazioni della società civile in tante città con lo scopo di promuove un #abbraccioperlapace.


Fonte: Vita.it  

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