In un periodo storico ricco di contraddizioni sociali e politiche, in cui non è desueto scontrarsi con teorie negazioniste e senza fondamento, in cui sembra quasi lecito che si possa paragonare qualsiasi cosa a una delle pagine più tristi della storia, ricordiamoci e ricordiamo "che questo è stato" e manteniamo sveglia la memoria con tutto il peso che l'Olocausto porta con sé.

Nel novembre del 2005, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il 27 gennaio come Giornata Mondiale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell'Olocausto, facendo riferimento alla liberazione nel 1945 dei campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau.
I crimini nazisti e le loro conseguenze hanno segnato più di un popolo e i luoghi in cui sono state perpetrati e hanno lasciato un trauma ancora vivo in coloro che hanno subito direttamente e indirettamente quelle atroci sofferenze. Non possiamo dimenticare, ce lo ricorda Primo Levi, ce lo ricordano i piani educativi, che dal 2005 vengono sviluppati per infondere la memora di questa tragedia nelle generazioni future e impedire che qualsiasi altro genocidio si ripeta. Eppure, spesso, la quotidianità ci fa dimenticare, ci lascia pensare con leggerezza e frivolezza a questi eventi.

A tal proposito, ricordiamo con fierezza, che nella scorsa seduta del 20 gennaio, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione sulla negazione dell’Olocausto. La risoluzione è stata presentata da Israele e Germania insieme e sostenuta da 114 Paesi, tra cui tutti gli Stati membri dell’Ue. Essa serve a ricordare “non solo uno dei capitoli più scuri della storia europea, ma anche i nostri sforzi congiunti nel combattere oggi i negazionisti e coloro che vogliono distorcere l’Olocausto” ha affermato l’ambasciatore Olof Skoog, capo delegazione Ue all’Onu. “L’Olocausto è stato un punto di svolta nella nostra storia e la sua eredità è profondamente intrecciata nel DNA dell’UE”, ha affermato Skoog nel dibattito a New York, e “ricordare l’Olocausto è una pietra angolare dei valori europei. 

L’Olocausto è stato uno dei più neri episodi della storia, che ha spinto il mondo a dire “mai più”. Il significato della Risoluzione 60/7 che ha istituito questa Giornata è quello di far ricordare i crimini del passato per impedire che si ripetano nel futuro.

Da diversi anni, nella Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto, viene sottolineato che la conoscenza della Shoah ha una dimensione universale e può incoraggiare al rispetto dei diritti umani. È per questo che il Terzo settore e ogni realtà che abbia a cuore la tutela dei diritti umani ha il dovere morale e civile di dedicare un pensiero, un'azione, un simbolo, che ricordi il senso di questa commemorazione.

L'auspicio è quello di contribuire al meglio a creare società e comunità aperte, inclusive e tolleranti, capaci di promuovere i fondamenti della democrazia  e la tutela dei diritti umani, non quello di dare adito a nuovi fanatismi che perpetrano atteggiamenti e linguaggi divisivi e conflittuali.

Buona memoria a tutti noi!

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