Negli ultimi due anni, grazie alle sentenze della Corte Costituzionale 131/2020 e 255/2020, l’attività di coprogettazione, prevista dall’art. 55 del Codice del Terzo settore si sta connotando come una prassi diffusa di collaborazione tra Enti pubblici e Soggetti del Terzo Settore, sia a livello locale che a livello di Ambito Territoriale.
Nello spirito dei principi insiti nella riforma, agli Enti del Terzo Settore è riconosciuta una specifica attitudine a partecipare, insieme alla Pubblica Amministrazione, alla realizzazione dell’interesse generale. Gli Enti del Terzo Settore, in quanto rappresentativi della “società solidale”, spesso costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale. Sono quindi in grado di mettere a disposizione sia preziosi dati informativi, sia una riconosciuta capacità organizzativa e di intervento, con effetti positivi sia in termini di risparmio di risorse che di aumento della qualità dei servizi e degli interventi erogati. Ma la coprogettazione non deve essere considerata una semplice “procedura” al pari di una gara di appalto. Assieme alla coprogrammazione, necessaria ai fini di una attenta valutazione dei bisogni, delle risorse e delle modalità da adottare per una risposta efficace, la coprogettazione presuppone un lavoro di costruzione di una rete territoriale stabile nel tempo.
La coprogrammazione e la coprogettazione sono processi che vanno preparati e pianificati, con l’apporto di risorse umane e professionali che possano permettere l’instaurarsi di collaborazioni.
Nelle Amministrazioni locali e territoriali, partendo dalle Linee Guida ministeriali, si sta lavorando alla regolamentazione dei rapporti collaborativi con il Terzo Settore, anche prevedendo la specificazione di elementi che, all’apparenza, potrebbero essere considerati ininfluenti o poco significativi, quali, ad esempio, gli aspetti più operativi legati alla rendicontazione.
Di fatto, siamo in presenza di una costruzione di un sistema a rete capace, con gli entusiasmi e le fatiche conseguenti, di premettere la generazione di coprogettazioni aderenti ai bisogni del territorio e sostenibili nel tempo.
Come tutti i processi, devono essere concordate e condivise, in modo trasparente e semplice, regole di partecipazione e di governo, nel rispetto dei canoni previsti dalla legge 241/1990.
L’esperienza insegna che questi processi devono essere costantemente alimentati sia da un interscambio informativo sia attraverso un’attività di confronto, di monitoraggio e di valutazione ma, altresì, da un coinvolgimento della comunità locale che permetta una crescita ed una continuità nel tempo.
Di questo e di molto altro se ne parlerà nel prossimo corso online organizzato da ConfiniOnline a partire dal 18 gennaio: Coprogettazione: motore dello sviluppo locale.