Nell’ultimo anno si è sentito molto parlare di Recovery Fund, Next Generation EU, PNRR. Tutti termini che fanno riferimento a specifici fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea sotto forma di prestiti o contributi a fondo perduto per contribuire alla ripresa dei Paesi a seguito della pandemia da Covid-19.
Questi fondi si vanno ad aggiungere ai più “tradizionali” contributi stanziati all’interno della programmazione pluriennale che guida l’azione e le politiche dell’Unione Europea in differenti ambiti e che, attualmente, copre il periodo 2021-2027. Siamo, quindi, all’avvio di una nuova programmazione all’interno del quale gli Enti del Terzo Settore possono individuare importanti opportunità di sostegno e sviluppo delle proprie progettualità e delle proprie strutture organizzative.
Equivale a più di 1800 miliardi di Euro il budget messo a disposizione per il prossimo settennato e sono numerosi i programmi che riguardano tematiche sociali: Erasmus+, Fondo Sociale Europeo, il programma Cittadinanza, Uguaglianza, Diritti e Valori (CERV), ad esempio.
Ma cosa sono e come funzionano i fondi europei? C’è spesso molta confusione e un po’ di paura negli Enti del Terzo Settore nell’affrontare questa tipologia di opportunità: progetti e partenariati internazionali, la lingua inglese, la burocrazia e le difficoltà gestionali sono le principali criticità che emergono nel lavorare con le organizzazioni attive nel sociale.
In realtà, seppur con le difficoltà che ogni nuova attività comporta, anche i fondi europei sono alla portata di piccole e medie organizzazioni. Per sfatare paure e dubbi è, però, fondamentale conoscere il tema e approfondirlo.
L’errore che più spesso si commette è quello di fermarsi al testo di un bando europeo. Proprio perché inserite in una programmazione più ampia, tutte le “call for proposal” vanno approfondite, analizzate e contestualizzate.
Per questo motivo, il corso “Terzo Settore: come partecipare ai fondi europei 2021-2027?” intende fornire, innanzitutto, le informazioni necessarie per disporre di una visione completa sul mondo dei fondi europei andando ad approfondire:
- le politiche europee che fanno da sfondo ai principali settori di interesse per il Terzo Settore;
- il funzionamento e le modalità di gestione dei fondi;
- la tipologia di programmi e fondi esistenti sia per la realizzazione di progetti a valenza locale e nazionale che di interventi di carattere transnazionale.
Ma come un’organizzazione può individuare i bandi giusti e costruire progetti di successo?
Non è sufficiente, ovviamente, sapere e conoscere l’esistente. Le organizzazioni devono, infatti, munirsi di strumenti e metodologie per strutturare efficacemente l’attività di progettazione europea. L’Unione Europea ha, nel tempo, predisposto differenti strumenti che facilitano l’individuazione e l’analisi delle “call for proposal”, l’identificazione e l’entrata in contatto con possibili partner e la presentazione dei progetti. Il Funding and Tender Portal, ad esempio, è diventato un punto unico di accesso per reperire informazioni sui fondi, individuare i bandi, ricercare i partner e inviare il proprio progetto. Dall’altra parte, è necessario apprendere una metodologia specifica per ideare e strutturare i progetti oltre che preparare l’organizzazione alla loro gestione efficace.
Nel terminare i corsi sui fondi europei, mi piace, solitamente, condividere questa citazione di M. Twain: "Tra vent'anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell'opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri”.
Un invito agli Enti del Terzo Settore a superare dubbi e paure per cogliere le innumerevoli opportunità, non solo economiche, che i fondi e la progettazione europei rappresentano per concretizzare la propria mission e realizzare interventi ad alto impatto sociale.