Le organizzazioni del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza richiedono di avviare, nel 2022, il Piano Nazionale di Domiciliarità per anziani non autosufficienti. Per costruire risposte diverse dal passato per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie, si propone una connessione a livello locale e nazionale degli attori responsabili della domiciliarità e si richiede di incrementare da subito le risorse per il Servizio di assistenza domiciliare erogato dai Comuni e di utilizzare i nuovi fondi a disposizione dell’Assistenza domiciliare integrata delle Asl.
All'interno del PNRR, grazie alla richiesta e alla pressione da parte delle 43 organizzazioni che lo scorso luglio hanno dato vita al "Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”, è stata inserita la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti.
Il Patto è stato costituito dalle realtà sociali che hanno proposto l’introduzione della riforma nel PNRR e che si sono intensamente battute per il raggiungimento di questo obiettivo, trovando ascolto da parte delle Istituzioni. Lo compongono attualmente organizzazioni, che rappresentano gli anziani non autosufficienti, i loro familiari, i pensionati, gli operatori del welfare e i gestori dei servizi, affiancate dal Network Non Autosufficienza per il coordinamento scientifico.
Il Patto ha il compito di proporre proposte operative per il disegno della riforma e le promuove presso il Governo, il Parlamento e la società civile e, inoltre, formula proposte per le azioni transitorie, compiute prima dell’approvazione della riforma.
Essendo l'attuazione di questa prevista tra il 2023 e il 2024, si sta già definendo l'utilizzo degli investimenti straordinari sulla domiciliarità per il periodo 2022-2026. Le scelte che verranno fatte in questi mesi condizioneranno profondamente la successiva riforma, per cui, il Patto assume un ruolo fondamentale. Si parte da un nuovo Piano nazionale per la domiciliarità integrata per le persone non autosufficienti, in linea con la riconosciuta priorità affermata dal Presidente Draghi (“La casa come primo luogo di cura”).
È a tal proposito che le 43 organizzazioni, coordinate dal professor Cristiano Gori, hanno elaborato e proposto un “Piano Nazionale di Domiciliarità Integrata”. Il Piano ha come target esplicito le persone anziane non autosufficienti e i loro familiari. Come si legge nella sintesi del documento il modello ottimale di risposta ai bisogni è individuato nel care multidimensionale: si ritiene necessario partire da uno sguardo complessivo e congiunto tra componenti sanitarie e sociali sulla condizione dell’anziano, sui suoi molteplici fattori di fragilità, sul suo contesto di vita e di relazioni. La non autosufficienza coinvolge un'infinità di aspetti della vita della persona, per cui, un approccio multidimensionale risulta essere imprescindibile.
Le richieste principali in sintesi sono: connettere le attività degli attori responsabili della domiciliarità, a livello locale (Comuni e Asl) così come nazionale (i Ministeri competenti per la non autosufficienza, Welfare e Salute); incrementare da subito le risorse per il Servizio di assistenza domiciliare erogato dai Comuni, stanziando con la prossima legge di Bilancio le risorse aggiuntive necessarie; utilizzare i nuovi fondi a disposizione dell’Assistenza domiciliare integrata delle Asl per costruire risposte diverse dal passato per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie.
Qui è possibile scaricare la proposta di sintesi del Piano Nazionale di Domiciliarità Integrata
Fonti: Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, quotidianosanità.it