Fondazione con il Sud ha lanciato un bando che ha l'obiettivo di sostenere azioni di contrasto dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento di lavoratori stranieri nelle regioni del Sud Italia, favorendo la promozione del lavoro regolare come strumento di integrazione sociale, anche mediante il coinvolgimento diretto delle aziende.


Nonostante i successi sul piano giudiziario e investigativo portati dall'introduzione della legge 199/2016, ogni anno emergono dati drammatici sul fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori stranieri. Sono 180 mila le vittime del caporalato su oltre 2,6 milioni di lavoratori irregolari, come si legge  nel V Rapporto Agromafie e caporalato a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto, che ha fotografato la situazione degli ultimi due anni. Un dato che ci invita a riflettere oltre che sul rispetto dei diritti umani, anche su quella fetta troppo grande di economia sommersa del nostro Paese. Secondo i dati Istat, si parla di 211 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil dell’11,9%. 

Il settore agricolo resta ancora quello in cui caporalato e sfruttamento dei lavoratori stranieri sono maggiormente diffusi, anche se, come sottolinea la Fondazione,  “il fenomeno si allarga anche ad altri settori (in particolare trasporti, costruzioni, logistica e servizi di cura) e coinvolge diverse categorie di immigrati: se in passato si trattava per lo più di persone prive di permesso di soggiorno e in condizioni di irregolarità, oggi ad essere maggiormente sfruttati sono gli immigrati provenienti dall’Europa dell’Est, i richiedenti asilo e i titolari di protezione”.

Un interessante servizio realizzato nell'ambito del progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), è l'Helpdesk interistituzionale Anticaporalato per l'informazione e l'accesso ai servizi, attivo dallo scorso 15 giugno. Si rivolge ai cittadini di Paesi Terzi vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo e può contare sulla professionalità di mediatori interculturali e operatrici che forniscono supporto in ambito legale, giuslavorista, sindacale e amministrativo.

Il bando promosso da Fondazione con il Sud, invece, interessa i lavoratori stranieri nei settori agricolo, industriale (es. edilizia, comparto tessile) e terziario (es. consegne domiciliari, lavoro domestico, settore della ricettività, trasporti, logistica) e mette a disposizione 2 milioni di euro per sostenere progetti di contrasto e prevenzione di sfruttamento e caporalato in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. 

Nello specifico sono sostenute le proposte progettuali che prevedano “interventi dedicati ai lavoratori stranieri che vivono situazioni di difficoltà e sfruttamento lavorativo e, se presenti in Italia, delle loro famiglie, favorendone il protagonismo attivo, l’autonomia, l’inclusione sociale e la possibilità di trovare un lavoro che garantisca condizioni dignitose, offrendo protezione e assistenza.

Sarà possibile prevedere percorsi formativi e di conoscenza dei diritti, di orientamento professionale, servizi di prima assistenza sanitaria e orientamento socio-legale, soluzioni abitative e condizioni di accesso e trasporto ai luoghi di lavoro dignitosi, occasioni di incontro e condivisione per favorire l’integrazione tra culture e il legame con il territorio, attività di sensibilizzazione e orientamento al lavoro legale dedicate alle aziende, azioni di advocacy per incidere sulle politiche nazionali e locali di contrasto a caporalato e sfruttamento lavorativo”.

Le partnership di progetto dovranno essere composte da almeno tre organizzazioni, di cui una organizzazione di terzo settore come soggetto responsabile. Oltre al mondo non profit potranno partecipare anche quello economico, delle istituzioni, dell’università, della ricerca.

“É una fase critica, la pandemia ha colpito tutti, aziende e lavoratori, ma è anche l’occasione per rivedere il sistema di contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori stranieri, non possiamo tornare indietro a come era prima – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Si riparte con le grandi produzioni agricole meridionali, che richiedono molta manodopera: dalla raccolta delle angurie a quella dei pomodori. Intervengono nuove esigenze legate al Covid, dalle vaccinazioni ai trasporti per citarne alcune, per garantire la sicurezza dei lavoratori e delle comunità. Vogliamo affrontare davvero il fenomeno? Allora partiamo da politiche di ‘integrazione sociale’, che tengano conto delle varie esigenze, mettendo al centro la ‘persona’, con i suoi diritti e doveri, e la ‘comunità’ con le responsabilità collettive. Se non c’è una visione di insieme del fenomeno, volontà e pragmatismo nell’affrontarlo, non si va da nessuna parte, vale a livello nazionale o europeo, ma vale anche a livello territoriale”.

Il bando scade il 17 settembre 2021.

 

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Trovate tutti i riferimenti del bando scaricando la scheda di dettaglio a questo link, e a questo link trovate la selezione settimanale di ConfiniOnline delle opportunità di finanziamento per il Terzo Settore.

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