Sempre più spesso si sente parlare di iniziative pubbliche, private o miste pubblico-private che intendono sostenere e accompagnare la nascita e la crescita di innovazioni. Solitamente, si tratta d’imprese e, in particolare, di imprese a elevata intensità tecnologica. Il mondo delle startup si è affermato e, anzi, continua ad affermarsi proprio per il fatto di sapersi dotare anche di luoghi (incubatori, acceleratori) e di contesti (ecosistemi) all’interno dei quali possono più facilmente nascere organizzazioni “disruptive”, destinate, cioè, a introdurre innovazioni dirompenti e, più in generale, nuovi paradigmi economici e sociali. Non sorprende più di tanto, quindi, che anche in documenti come il piano nazionale di ripresa e resilienza – l’ormai famoso PNRR – la parte del leone sia giocata proprio dalla trasformazione digitale e dalla transizione green, due ambiti che hanno esercitato in questi anni una sorta di monopolio, anche di tipo narrativo, sull’innovazione tecnologica e anche sociale.
Digitalizzazione e sostenibilità non sono rilevanti solo in termini di realizzazione di prodotti e servizi o a livello organizzativo (come, ad esempio, le già citate startup del digitale o dell’economia circolare), ma sono ormai due elementi trasversali a qualsiasi settore. Rappresentano “il sale e il pepe dello sviluppo”, che, proprio come in cucina, servono sempre, a patto di saperli dosare q.b. (quanto basta). Al netto della metafora, quindi, nell'ambito dell’accompagnamento all’innovazione, molti approcci e strumenti, elaborati nei settori chiave di digitalizzazione e sostenibilità, possono essere adattati a contesti diversi, generando così interessanti ritorni in termini di apprendimento e contaminazione reciproca.
Ad esempio Sinergika, la bolletta sociale di Dolomiti Energia, contiene in sé importanti elementi riconducibili ai driver di trasformazione appena citati. Se dal lato della sostenibilità risulta facile coglierlo - visto che l’energia fornita è interamente ricavata da fonti rinnovabili – è interessante rilevare che Sinergika è anche una bolletta “nativa digitale”. In particolare, propone delle modalità smart di adesione per i clienti, semplificando, così, il processo di coinvolgimento. Vi è, inoltre, un ulteriore aspetto da considerare: Sinergika può essere considerata una forma sui generis di incubatore di innovazione sociale, che si distribuisce a livello territoriale, adattandosi “plasticamente” ai progetti dei partner del Terzo settore che decidono di adottarla. Merito della chiarezza del meccanismo di finanziamento – dieci euro versati ogni anno per ogni contratto sottoscritto – della destinazione delle risorse – a progetti sociali dove obiettivi e intenti trasformativi sono ben definiti e radicati territorialmente – e, non da ultimo, della disponibilità a un accompagnamento da parte delle persone che si sono inventate questo strumento – non solo consulenti tecnici, ma anche mentori in grado di avviare e gestire il processo di costruzione del progetto e di coinvolgere la comunità locale.
Qualche esempio? Sinergika fa da incubatore per i progetti di mobilità e tempo libero, per persone con disabilità, promossi dalle cooperative sociali Lavorare Insieme di Bergamo e InTandem di Modena. Ma si apre anche a progettualità più sfaccettate, come Gabanel della cooperativa sociale Hermete in provincia di Verona, uno spazio rigenerato, aperto a una molteplicità di utilizzi (ostello, luogo di cura, inclusione, gioco). Una gamma di esperienze che il team di Sinergika vuole ulteriormente allargare e differenziare, per incrementare l’impatto di queste iniziative e dei loro promotori e, con esse, di una bolletta che ambisce a diventare un contenitore generativo di trasformazione sociale positiva e duratura. Per ulteriori approfondimenti, visita la pagina www.dolomitienergia.it/sinergika.
Team Sinergika
.png)
