Una delle narrazioni autoalimentatesi durante la pandemia sosteneva che, la condivisione, a livello umano e di comunità, di momento così difficile, di sofferenza, di rinunce, di sacrifici, avrebbe indubbiamente contribuito a cambiarci, in meglio. La dura realtà su cui riflettere, invece, testimonia che con la pandemia siano cresciuti i crimini d'odio e che in rete continui a proliferare a farla da padrone l'hate speech. La rete è un nonluogo che si sta sostituendo a piazze, luoghi di dibattito, luoghi d'incontro, ma è anche un nonluogo fatto sempre più di regole, di norme e buone pratiche, dove non vige l'anonimato e l'anarchia, ma dove è fondamentale la collaborazione tra i “cittadini” che lo popolano. È tempo, dunque, di collaborare come società civile a rendere stabile ed efficace questo sistema, denunciando i crimini d'odio e le violenze che continuano a perpetrarsi ogni giorno. COSPE, in occasione della Giornata europea delle vittime d'odio, ha lanciato la campagna Stand Up For Victim Rights*, per sostenere le vittime di aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere.
Il 2020, l’anno della pandemia, ha portato in superficie e esacerbato in tutta Europa l’intolleranza nei confronti di minoranze etniche, religiose e comunità LGBTQI+(1). Fenomeno già ampiamente diffuso in Italia come nel resto del Vecchio Continente. In dieci anni i crimini d’odio registrati nel nostro Paese dal ministero dell’Interno sono esplosi passando da 134 a 1119 nel 2019, dei quali oltre il 70% di matrice razziale e religiosa(2.) Quasi 300 i casi segnalati invece dalle associazioni della società civile(3). E in tempi di distanziamento, complice l’anonimato garantito da Internet, in rete sono proliferati i discorsi d’odio, spesso alimentando teorie cospirazioniste e disinformazione circa le origini del virus4. È in un contesto come questo che COSPE ha lanciato – in occasione della Giornata europea delle vittime d’odio(5) - la campagna Stand Up For Victims Rights* per sostenere le vittime di aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere.
«Diciamo alle persone che hanno subìto violenze che non sono sole, che possono e devono denunciare. A chi è testimone di aggressioni chiediamo invece di non abbassare lo sguardo perché l'indifferenza rende complici», commenta Alessia Giannoni, direttrice Dipartimento Programmi Italia di COSPE.
L’iniziativa da un lato mira a sensibilizzare e informare l’opinione pubblica su un fenomeno che ha ormai assunto proporzioni allarmanti e dall’altro intende fornire strumenti concreti per combattere razzismo, omotransfobia, islamofobia e antisemitismo.
Se l’informazione è la prima arma contro l’odio, è essenziale che le vittime siano consapevoli dei propri diritti. Per questo l’organizzazione non profit ha curato la realizzazione di opuscoli («Conosci i tuoi diritti») capaci di spiegare con semplicità cosa si intende quando si parla di crimini d’odio e cosa sono in particolare razzismo, omotransfobia, islamofobia e antisemitismo. Oltreché sui canali social, le brochure verranno diffuse, in formato cartaceo, attraverso una rete capillare di associazioni che difendono i diritti umani.
Ogni opuscolo include una mappa dei servizi sul territorio ai quali rivolgersi per chiedere supporto: sportelli, consulenze legali, sostegno psicologico, helpline, associazioni, istituzioni.
Fonte: Ufficio stampa COSPE
_ __
(1) Fondamental Rights Report 2021, Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA); Rapporto annuale 2020, Commissione anti-razzismo del Consiglio d’Europa (ECRI)
(2) Sono inclusi reati motivati da colore della pelle/nazionalità, etnia, pregiudizio contro Rom e Sinti, lingua, antisemitismo, pregiudizio contro musulmani e membri di altre religioni. I crimini d’odio commessi sulla base di orientamento sessuale o identità di genere sono pari a circa il 10%. Esaminando il tipo di reato, primeggiano l’incitamento alla violenza (28%) e l’aggressione fisica (22%). Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori – OSCAD, Monitoraggio dei crimini d’odio 2020
(3) Lunaria, Associazione 21 Luglio, European Roma Rights Center (ERRC), Gay Center/Gay Helpline, LGBTI Resource Centre, Kantor Center, Observatory on anti-Semitism, Observatory on Intolerance and Discrimination Against Christians in Europe (OIDAC), Seta, Santa Sede, Testimoni di Geova. OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights, Hate Crime Reporting
(4) Emblematici i discorsi d’odio online di matrice antisemita che identificano nell’ebreo la presunta origine del virus. Relazione annuale a cura dell’Osservatorio antisemitismo, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC); Fondamental Rights Report 2021