Giovani sempre più “green”, una società civile che fa causa allo Stato perché si assuma le proprie responsabilità di fronte all'emergenza climatica e nuove proposte formative da parte delle università italiane. Alla Scuola IUSS di Pavia nasce il primo Dottorato Nazionale in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico.
Secondo la rilevazione annuale condotta per la Fondazione Unipolis, continua a crescere l'interesse per le tematiche ambientali e, in particolare, la conoscenza di quelli che sono i temi stabiliti nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile promossa dalle Nazioni Unite.
Secondo quanto emerso dai dati dell'indagine Ipsos condotta in 23 Paesi europei, per #ClimateOfChange, la campagna di comunicazione europea guidata da WeWorld, sono i giovani europei i più preoccupati del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici: il 75% di coloro che hanno tra i 15 e i 35 anni afferma infatti di essere molto o mediamente motivato a vivere in modo sostenibile a difesa dell’ambiente.
Dall'indagine emergono le abitudini green che giovani europei adottano sempre o frequentemente comprese le buone pratiche quali il differenziare i rifiuti per il riciclo (79%), cercare di risparmiare energia a casa (78%), non sprecare i rifiuti alimentari (80%). A livello generale nell'85% dei casi i giovani hanno una dieta comprendente carne e pesce, a fronte di un 6% di vegetariani e di un 5% di "pescetariani" (coloro che mangiano pesce ma non la carne). Una percentuale pari a un terzo (31%) evita di comprare spesso nuove cose, il 37% acquista prodotti del commercio equo e solidale e alimenti biologici.
I giovani quindi sono sempre più “green” e sempre più consapevoli anche dei riflessi socio-economici delle proprie azioni. C'è una società civile in movimento e pronta a schierarsi e impegnarsi in prima persona per contribuire a un miglioramento reale dell'ambiente. Lo scorso 5 giugno, per la prima volta nella storia la società civile fa causa allo Stato italiano, affinché si assuma le sue responsabilità di fronte all'emergenza climatica. Si tratta del primo contenzioso climatico della storia d'Italia, avviato di fronte al Tribunale Civile di Roma nei confronti dello Stato, rappresentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. 203 ricorrenti, tra associazioni e privati cittadini. L'obiettivo generale dell'iniziativa legale è stato quello di chiedere al Tribunale di dichiarare che lo Stato italiano è responsabile di inadempienza nel contrasto all'emergenza climatica e che l'impegno messo in campo è insufficiente a centrare gli obiettivi di contenimento della temperatura definiti dall'Accordo di Parigi. Un tentativo di ribadire le responsabilità di ognuno nel raggiungimento effettivo degli obiettivi preposti.
L'interesse crescente per le tematiche ambientali ha portato anche numerose università italiane a sviluppare nuove proposte formative. Dall'analisi degli effetti dell'attività antropica allo sviluppo di soluzioni tecniche capaci di incidere significativamente sugli impatti ambientali, sono numerose le università italiane che vantano filoni di ricerca all'avanguardia in questo settore.
Grazie al cofinanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e di 30 Atenei coinvolti, alla Scuola IUSS di Pavia, nasce il primo Dottorato Nazionale in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico, per il quale sono state bandite 105 borse di studio suddivise in 6 curricula.
L'Università dell’Insubria è tra i trenta atenei partner della Scuola e partecipa in diversi ambiti disciplinari, corrispondenti a tre diversi curricula: Health and Ecosystems (3 borse); Socioeconomic risk and impacts (1 borsa); Theories, institutions and cultures (1 borsa).
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