Nel 2005 Khodorkovsky e Lebedev erano stati giudicati colpevoli di vari reati, tra cui frode ed evasione fiscale, ed erano stati condannati a nove anni di carcere, poi ridotti a otto in appello. L'inchiesta e il processo erano stati viziati da violazioni delle norme internazionali sull'equità dei processi. Quest'anno, a febbraio, Khodorkovsky e Lebedev sono stati incriminati per appropriazione indebita e riciclaggio. I loro avvocati temono che il secondo processo si celebri a Cita, la città siberiana al confine con la Cina dove i due sono detenuti e dove sono già in corso le indagini preliminari.

"Vi sono forti segnali che anche stavolta le autorità russe siano intenzionate a negare a Khodorkovsky e Lebedev il diritto a un processo equo" - ha commentato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

L'organizzazione per i diritti umani sottolinea che la decisione di svolgere a Cita le indagini preliminari sulla seconda serie di accuse ha ostacolato fortemente il diritto dei due imputati a una difesa adeguata: i loro avvocati devono viaggiare di continuo tra la città siberiana, dove si trovano anche i 127 volumi dell'inchiesta, e Mosca, dove dev'essere svolta gran parte dell'attività legale.

A marzo, un tribunale di Mosca ha giudicato illegale la decisione dell'ufficio del Procuratore generale di svolgere le indagini preliminari a Cita, ma a questo verdetto, nonostante sia stato ribadito in appello, non è stato ancora dato seguito. Lo svolgimento del processo a Cita, insieme alle vessazioni che il collegio di difesa denuncia di aver subito, pregiudicherebbe ulteriormente il diritto dei due imputati a un processo equo.

"Le indagini nei confronti di Khodorkovsky e Lebedev devono essere trasferite a Mosca, secondo quanto prevedono la legge e la Costituzione russa e le norme internazionali. La preminenza del diritto dev'essere rispettata, in questo come in tutti i procedimenti penali in Russia" - ha aggiunto Duckworth.

"La percezione, ampiamente diffusa tra gli avvocati difensori, molte organizzazioni russe per i diritti umani e altri analisti, è che il primo processo e queste nuove accuse abbiano un intento politico. A prescindere dal fatto che vi siano ragioni politiche, il diritto a un processo equo è un diritto umano fondamentale. Amnesty International chiede alle autorità russe di rispettarlo in tutti i casi, senza discriminazioni".

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