Le equipe di MSF presenti dal mese di ottobre nel Kasai occidentale (provincia congolese al confine con l'Angola) hanno fornito assistenza alle vittime di violenza sessuale e hanno raccolto 100 testimonianze che raccontano di stupri di gruppo e delle esazioni perpetrate dai soldati angolani.

"La notte, alcuni quartieri sono circondati dai militari", racconta Meinie Nicolai, direttrice delle operazioni di MSF. "Gli uomini che riescono, fuggono, mentre gli altri sono rinchiusi in prigioni con le donne e i bambini. Le donne sono sistematicamente stuprate da diversi militari, alcune sotto gli occhi dei loro bambini. Questo rituale odioso continua per parecchi giorni lungo la strada, fino al passaggio della frontiera".

Durante la detenzione, i congolesi espulsi hanno dichiarato di non avere ricevuto né acqua né cibo per parecchi giorni e di avere subito perquisizioni anali e vaginali, mentre i loro escrementi venivano esaminati alla ricerca di diamanti.
Alcune testimonianze raccontano ancora di morti per spossatezza o in seguito a maltrattamenti. Gli uomini vengono picchiati, messi ai lavori forzati, arruolati di forza nell'esercito o a volte persino uccisi in maniera sommaria.

Secondo le Nazioni Unite, 44mila persone sono già state espulse dalle zona diamantifere dell'Angola da gennaio 2007, e circa 400mila cittadini congolesi si trovano tuttora nel nord dell'Angola. "E' difficile conoscere il numero esatto di espulsi che passano la frontiere ogni giorno", spiega ancora Meinie Nicoali. "La frontiera tra il nord dell'Angola e la Repubblica Democratica del Congo si estende per oltre 2mila chilometri, e i punti di passaggio sono molto numerosi".

"A nome di queste donne, MSF ha il dovere di denunciare queste atrocità", dichiara Meinie Nicolai. Nel 2004, MSF aveva già denunciato simili abusi nei confronti dei migranti congolesi. "Oggi, dobbiamo constatare con tristezza come niente sia cambiato".

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, insignita nel 1999 del Premio Nobel per la Pace.
Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.

Per informazioni:
Andrea Pontiroli 
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 
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