L’ Inail, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha indetto un bando per sostenere progetti di formazione e informazione finalizzati a incentivare la diffusione tra i datori di lavoro e i lavoratori di una cultura condivisa circa le tutele che l’ordinamento prevede per garantire la parità dei diritti dei lavoratori con disabilità.

La disabilità è ancora un concetto fluido, difficile da definire. In passato, essa era principalmente considerata e circoscritta nel suo mero aspetto di limitazione insita nell’individuo e perciò trattata quasi esclusivamente come dal punto di vista medico. Negli anni ottanta si è poi adottato un diverso paradigma, il cosiddetto Modello Sociale della Disabilità, a suo tempo rivoluzionario e in contrapposizione con il modello tradizionale. Esso definisce la disabilità come il risultato di un’interazione tra il livello di limitazione individuale fisica o sensoriale o cognitiva o mentale e il contesto di vita. In altre parole la disabilità è in gran parte una conseguenza di fattori sociali: se il contesto è poco accessibile o inclusivo, la disabilità aumenta.
Questo modello è anche alla base della più recente definizione, proposta con la classificazione ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health ) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e approvata nel 2001, secondo la quale la disabilità rappresenta “il termine ombrello per menomazioni, limitazioni dell’attività e restrizioni alla partecipazione. Esso indica gli aspetti negativi dell’interazione tra un individuo (con una condizione di salute) e i fattori contestuali di quell’individuo”. 
Il contesto di inserimento sociale acquisisce dunque  un'enorme rilevanza nella determinazione di una vita non ostacolata da fattori altri. Perciò, se il lavoro è un diritto dell'uomo, sancito tanto dall'articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, quanto dall'articolo 4 della nostra Costituzione, è fondamentale fare il possibile perché le 3 milioni e 150 mila persone con disabilità nel nostro Paese(1) , possano averne accesso.

In Italia, vigono da tempo diverse norme dirette a favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Le principale sono rappresentate dalla Legge 381 del 1991 sul ruolo delle cooperative sociali di tipo B per l’inserimento lavorativo di persone disabili e dalla legge n. 68 del 1999 che ha introdotto l’istituto del collocamento mirato, superando il precedente collocamento obbligatorio che si configurava come un mero strumento risarcitorio nei confronti delle persone con gravi problemi di salute. Tuttavia, malgrado gli sforzi legislativi, lo svantaggio nell’accesso al mercato del lavoro rimane importante. Infatti, nel 2019, considerando la popolazione tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 32,2% di coloro che soffrono di limitazioni gravi contro il 59,8% delle persone senza limitazioni (2).
Ciò dipende dal fatto che, sebbene molte persone con disabilità siano in grado di lavorare, un numero significativo di loro abbandona il lavoro prematuramente per diversi motivi: reale disabilità fisica, frettolosa decisione di un datore di lavoro disinformato, valutazione non realistica del proprio stato da parte della persona stessa.

Il bando, promosso dall'Inail, ha dunque l’obiettivo di sostenere progetti di formazione e informazione finalizzati a incentivare la diffusione, tra i datori di lavoro e i lavoratori, di una cultura condivisa circa le tutele, che l’ordinamento prevede, per garantire la parità dei diritti dei lavoratori con disabilità. In particolare, i progetti di formazione e informazione mirati a diffondere la conoscenza delle misure di sostegno garantite dall’Inail per la realizzazione degli interventi necessari al reinserimento lavorativo.

I progetti di formazione devono essere destinati ad un massimo di 400 partecipanti (e minimo 5 per
Regione coinvolta) e devono essere strutturati in almeno 2 dei seguenti moduli (di cui il 4 obbligatorio):

  • Modulo 1 -Tutela della disabilità;
  • Modulo 2 - Disabilità e inidoneità sopravvenuta;
  • Modulo 3 - La tutela privilegiata dei disabili da lavoro; 
  • Modulo 4 - Le modalità applicative dell’articolo 1, comma 166, della legge 23 dicembre 2014, n.190 – Attivazione dei progetti di reinserimento lavorativo personalizzati.

I progetti devono prevedere almeno 4 percorsi da realizzarsi in 4 regioni diverse (ad eccezione dei progetti presentati da patronati con sede in Provincia di Trento e Bolzano che devono svolgersi sul proprio territorio). 
Le attività possono essere svolte sia in presenza che online. 
Per questa call è stato stanziato un budget di 2.500.000,00 Euro.

Scadenza: Da 12 maggio a 14 giugno 2021, ore 18.00 


 

Fonti:
(1) Dati Istat Rapporto 2019 "Conoscere il mondo della disabilità
(2) Audizione Istat Prof. Gian Carlo Blangiardo 

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Trovate tutti i riferimenti del bando alla scheda di dettaglio a questo link, e a questo link trovate la selezione settimanale di ConfiniOnline delle opportunità di finanziamento per il Terzo Settore.

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