Gli enti del terzo settore, e in particolare le imprese sociali, sono un patrimonio indispensabile per le nostre comunità. Hanno la capacità di rispondere in modo capillare e puntuale alle esigenze del territorio, perché lo vivono, lo conoscono e soprattutto perché sono in grado di generare comunità. Il IV Rapporto di Iris Network analizza i fattori principali che hanno determinato la risposta delle imprese sociali durante la pandemia e mostra quali possono essere gli elementi di forza su cui puntare per il futuro: in primis la solidità organizzativa e i valori, ma anche la propensione connettiva e le competenze.
In un momento in cui è il distanziamento sociale a farla da padroni, avere la capacità di avvicinare le persone e creare un tessuto connettivo per lo sviluppo delle comunità, attraverso la creazione di spazi, luoghi e legami, è un potenziale di enorme valore. Il Rapporto evidenzia i fattori che hanno determinato la capacità di tenuta degli enti del terzo settore, malgrado circa due terzi del totale siano state toccate dalla crisi.
Dallo studio emerge che il 93% delle imprese sociali è stato in grado di rispondere in maniera creativa, dinamica, riorganizzando la propria offerta, facendo rete insieme ad altri soggetti e progettando nuovi servizi. Ciò ha permesso di mantenere un dialogo con quegli stakeholder di riferimento sul territorio, che hanno saputo, ad esempio, supportare gli enti nell'utilizzo gli strumenti digitali. Questa capacità di fare rete, di collaborare per un fine comune, si è compreso essere la chiave per evitare che le energie si disperdano in iniziative frammentate, che singolarmente faticano a raggiungere lo scopo.
Dalle interviste ai dirigenti degli enti, emerge che, a fare la differenza, però, sono stati i valori, ossia l'orientamento di tutta l’organizzazione a mettere al centro la persona e i suoi bisogni anche quando ciò avrebbe comportato la necessità di ripensare completamente le consuete modalità di lavoro (flessibilità, rinuncia a ferie, doppi turni, etc).
Un altro aspetto determinante è infine quello delle competenze necessarie per innovare: emerge infatti che chi ha potuto far affidamento su risorse umane “giovani” e con competenze tecnologiche è stato in grado di muoversi in modo più efficace, veloce e innovativo.
La capacità di queste organizzazioni di portare valore alle proprie comunità deriva quindi da un assetto organizzativo robusto su cui si innestano valori e competenze personali, di operatori e volontari, che hanno lo scopo di contribuire all’interesse generale.
Nonostante questi aspetti positivi e proattivi degli enti del terzo settore, il Rapporto evidenzia anche quanto ingenti siano state le perdite. Come emerge anche dallo studio che Fondazione Cariplo ha condotto in collaborazione con ISTAT, ad esempio, solo in Lombardia si stima una perdita complessiva nel 2020 di circa un miliardo di euro.
In questa difficile fase di ripresa del Paese, in cui la coesione sociale è minata dall'ampliamento dei divari e delle disuguaglianze, è dunque fondamentale preservare soggetti come le imprese sociali, per la tenuta delle nostre comunità, aggregando risorse, ma anche diffondendo esempi virtuosi, per dare un chiaro segnale ai governi e alla società tutta riguardo alla giusta strada da seguire.
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