A dispetto del protocollo di Kyoto, in Italia l'inquinamento da carbonio è aumentato nell'ultimo decennio ma per fortuna le foreste, in espansione, hanno assorbito il 10 per cento in più del totale delle emissioni ed evitato guai. Lo segnala uno studio dell'Università di Helsinki condotto sui 27 paesi dell'Unione Europea, pubblicato oggi dalla rivista britannica 'Energy Policy'. Secondo gli esperti finlandesi proprio le foreste sono la chiave di volta per raggiungere l'obiettivo europeo di ridurre la produzione di gas serra del 20 per cento entro il 2020.
Gli esperti hanno scoperto che a dispetto della crescita di popolazione e della diffusa preoccupazione per i rischi della deforestazione, i boschi di 22 dei 50 paesi con la maggiore superficie arborea, tra cui numerosi membri dell'Ue, si sono ulteriormente estesi. Quest'espansione ha permesso il contenimento di ben 126 milioni di tonnellate in più di carbonio all'anno nei 27 paesi europei, cifra equivalente all'11 per cento di emissioni totali prodotte nel territorio.
La percentuale di biossido di carbonio catturata dagli alberi varia da stato a stato: si va dal 15 per cento di paesi come Lettonia - dove le foreste bilanciano anche più delle emissioni pro capite -, Lituania, Bulgaria e Slovenia, al 10 per cento di paesi con pochi boschi come Belgio, Olanda e Danimarca. L'Italia, densamente popolata e scarsa di foreste ma dalla ricrescita arborea sorprendentemente veloce, si attesta nella seconda metà della classifica.
«Le emissioni italiane sono piuttosto aumentate negli ultimi 10 anni: dai 117 milioni di tonnellate di carbonio prodotte nel 1994 si è passati ai 131 milioni del 2004, cifra che supera le emissioni francesi e spagnole», ha spiegato all'Ansa Pekka Kauppi, professore di scienze e politiche ambientali all'università di Helsinki e co-autore dello studio. Nonostante ciò, gli alberi da soli nel 2005 hanno contenuto 636 milioni di tonnellate rispetto alle 423 del 1990: 113 tonnellate annue assorbite in più nell'arco di 15 anni, quasi il 10%.
«Politiche che accelerano l'espansione della biomassa delle nostre foreste non solo rappresentano una strategia vincente per cambiamenti climatici e biodiversità, ma aprono anche opportunità economiche - ha commentato Laura Saikku, collaboratrice del progetto - I proprietari terrieri possono beneficiare di nuove industrie come quelle di produzione di bioenergia a partire dalle foreste, il che aiuta anche a ridurre uno dei maggiori pericoli contro l'espansione dei boschi: la deforestazione effettuata al fine di produrre biocarburanti agricoli in alternativa ai carburanti fossili».