Vogliamo presentarvi un documento, segnalatoci da Paolo Cacciari, frutto di un lavoro collettivo volto a far emergere una nuova Economia che secondo noi ben è rappresentata nel Mondo del Non Profit e del Terzo Settore Italiano.

Viviamo una situazione paradossale: in pochi decenni le tecnologie hanno trasfigurato tutte le società e interconnesso tutti i Paesi. Le conoscenze in tutti i campi sono aumentate in modo fenomenale. La ricchezza mondiale per abitante è oggi la più elevata di tutta la Storia, sufficiente per assicurare a tutti sul pianeta una vita dignitosa se fosse equamente ripartita. Si vive più a lungo di prima. Oggi abbiamo la generazione più istruita che ci sia mai stata. Si producono più alimenti di quanto la popolazione mondiale ne può consumare. L’umanità si è dotata di istituzioni per dialogare e cooperare.

Eppure, 2,2 miliardi di persone non hanno installazioni per lavarsi le mani, 1 miliardo non ha accesso all'elettricità, 800 milioni non hanno accesso nè ad un bagno nè a una fonte d'acqua pulita, il 40% degli esseri umani non ha nessuna copertura sociale, l’1% della popolazione mondiale possiede più di 2volte quello che possiede il 92% meno abbiente dell’umanità, centinaia di milioni di persone nei paesi cosiddetti “più ricchi” hanno grandissime difficoltà a sbarcare il lunario, e ogni anno, da decenni, fame, malnutrizione e povertà uccidono almeno 9 milioni di persone.

Non c’è dubbio: il sistema economico globale dominante sta deludendo l'umanità e la natura. Fornisce una considerevole quantità di beni e servizi, alcuni dei quali sono estremamente sofisticati, ma aggira troppi dei nostri simili, lascia morire tuttora un bambino ogni 6 secondi per fame e mancanza di cure, si dimostra incapace di ridurre i divari sociali ed economici, non migliora la qualità delle relazioni umane, rovina e impoverisce troppe risorse naturali, e innesca pure sconvolgimenti climatici che possono avere delle conseguenze enormi sul futuro dei neonati che sono attualmente sotto la nostra custodia. Questa economia rende la vita penosa per troppi esseri umani e uccide più delle guerre.


Dobbiamo ripensare gran parte della nostra ingegneria economica e sociale, il che significa anche condurre una riflessione sui valori di base.

Abbiamo ritrovato molto del Mondo Non Profit e del Terzo Settore in questo enorme lavoro nella definizione di Economia sociale e solidale: l'ONU, che raggruppa sotto questa denominazione (ESS), molte iniziative economiche al servizio delle persone e dell'ambiente si riferisce alla produzione e alla consegna di beni e servizi da parte di organizzazioni e imprese che abbiano espliciti obiettivi sociali e, spesso ambientali, e sono guidati da principi e pratiche di cooperazione, solidarietà, etica e autogestione democratica (una persona, una voce, anziché una quota, un voto). Sebbene centrata sul bene comune, l’ESS è indipendente dai governi. È anche indipendente dai poteri finanziari. Non cerca di massimizzare i profitti ma ridistribuisce le eccedenze ai suoi membri, li reinveste nell'azienda o sostiene progetti sociali. Combina alcuni aspetti dell'economia di mercato e dell'economia pianificata.
L’ESS è guidata dal bene comune. Molti attori dell’ESS sono radicati localmente e perseguono obiettivi simili a quelli delle autorità locali, il che li rende partner naturali dei Comuni. Le imprese dell’ESS sono presenti praticamente in tutti i settori di attività. Prendono molte forme: cooperative, associazioni, fondazioni, cooperative di credito, imprese sociali, ecc. Possono essere senza scopo di lucro o a basso profitto.
Nei paesi in via di sviluppo, l'ESS è un mezzo importante per passare dell'economia informale a quella formale.

La crisi sociale ed economica provocata dalla gestione del Coronavirus accresce la necessità e l'urgenza, già esistenti, di cercare nuove strade per rispondere concretamente ai problemi delle persone e per strutturare una cooperazione internazionale all'altezza delle sfide odierne.
Il percorso che ha portato alla stesura del documento qui proposto è stato promosso e coordinato dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d'Assisi, dalla Fondazione Finanza Etica (Banca Etica) e dalla Tavola della Pace in collaborazione con: Task Force dell'ONU per l'Economia Sociale e Solidale e l’International Labour Organization (ILO).
La redazione del documento è stata curata da Jean Fabre, membro della Task Force dell’Onu per l'Economia Sociale e Solidale. Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
via della Viola 1 (06122) Perugia tel. 075/5722479 - fax 075/5721234
email info@entilocalipace.it - www.cittaperlapace.it

Trovate il documento a questo link.

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