Violenza contro le donne: Save the Children, adolescenti sempre più
consapevoli, ma gli stereotipi di genere restano ancora molto forti e
condizionano i loro comportamenti sin dalle prime relazioni. Il 10%
degli adolescenti maschi pensa che in Italia si parli troppo di violenza
contro le ragazze, di contro il 70% delle ragazze dichiara di aver
subito molestie e apprezzamenti sessuali in luoghi pubblici e il 64% si è
sentita a disagio per commenti, comportamenti o avance da parte di un
adulto di riferimento.
Ancora troppo poche le ragazze che denunciano episodi di molestie: il
29% fa finta di niente per paura della reazione e il 21% per vergogna.
Più di una adolescente su dieci pensa che le vittime di violenza
sessuale possano contribuire a provocarla con il loro modo di vestire
e/o di comportarsi.
In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne,
Save the Children rende noti i risultati di un’indagine condotta per
proprio conto da Ipsos su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18
anni in Italia. Necessario investire nei sistemi di protezione, ma
soprattutto in un’educazione che azzeri il divario di opportunità tra i
due sessi che genera gli stereotipi e in ultima istanza la violenza
sulle donne.
Adolescenti più consapevoli rispetto alla violenza sulle donne, ma
ancora tra le ragazze il 70% dichiara di aver subito molestie nei luoghi
pubblici e apprezzamenti sessuali e al 64% di loro è capitato di
sentirsi a disagio per commenti o avance da parte di un adulto di
riferimento. Ancora poche quelle che denunciano le molestie, sia per
paura della reazione (29%) che per vergogna (21%).
Anche il mondo virtuale restituisce uno scenario in cui il 39% dei
ragazzi e delle ragazze in Italia sono esposti online a contenuti che
giustificano la violenza contro le donne, con una forbice che si allarga
dal 31% dei maschi al 48% delle femmine. Tra le ragazze il 41% ha visto
postare dai propri contatti social contenuti che l’hanno fatta sentire
offesa e/o umiliata come donna, e di queste un 10% si è sentita
maggiormente esposta durante il lock down.
Il sondaggio mostra anche che il lavoro per contrastare i pregiudizi è
ancora lungo, al punto che il 15% degli adolescenti (il 21% tra i maschi
e il 9% tra le ragazze) pensa che le vittime di violenza sessuale
possano contribuire a provocarla con il loro modo di vestire e/o di
comportarsi.
Questo il quadro che emerge dalla nuova ricerca realizzata da Ipsos per
Save the Children - l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per
salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro - in occasione
della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro
le donne, che indaga la percezione degli stereotipi di genere nelle
opinioni e nei comportamenti degli adolescenti in Italia[1].
Quasi 1 intervistato su 5 (18%) ha assistito direttamente ad un episodio
in cui un’amica è stata vittima di una forma di violenza (con una
percentuale che arriva al 26% nel nord est del paese), e nell’83% dei
casi vi è stato un intervento sull’episodio, o direttamente o chiedendo
l’aiuto di un adulto di riferimento o della polizia. Tuttavia in quasi
un caso su dieci (9%) la paura ha impedito qualsiasi tipo di intervento.
La violenza sessuale e quella fisica nei confronti di una ragazza
vengono viste come gravissime rispettivamente dal 94% e dal 92% dei
giovani, mentre quella psicologica dall’88% di loro. Anche la violenza
economica, cioè la forma di sopruso dettata dalla dipendenza economica
della donna, viene considerata grave dal 75% degli intervistati, con una
sensibile differenza tra l’universo maschile (69%) e quello femminile
(81%).
Per il 52% degli adolescenti, in Italia, si parla troppo poco di
violenza contro le donne (41% maschi, 63% femmine) e per il 34%
l’argomento viene affrontato “il giusto”. Solo il 7% di loro pensa che
sia un argomento abusato, di questi il 10% è rappresentato da maschi e
solo il 4% dalle coetanee.
Gli stereotipi di genere visti con gli occhi degli adolescenti
La ricerca condotta da Ipsos per Save the Children ha anche voluto
indagare come alcuni stereotipi possano ancora influenzare i vissuti e
le prospettive di vita di ragazzi e ragazze.
Sebbene il 77% degli adolescenti si dichiari d’accordo sull’affermazione
secondo cui, rispetto al passato, nella gestione della famiglia e della
casa c'è maggiore condivisione nella suddivisione dei compiti, c’è
ancora una convinzione diffusa (2/3 degli intervistati) che il maschio
nella coppia abbia il compito di proteggere la ragazza (78% fra i maschi
a fronte del 55% delle ragazze) e 4 intervistati su 10 pensano che una
ragazza all’interno della coppia sia capace di sacrificarsi molto di più
del partner maschio. Rimane negli adolescenti (29%) la percezione, che
tutte le ragazze sognino di sposarsi (lo pensa il 35% dei maschi a
fronte del 23% delle ragazze) e che le ragazze debbano fare un figlio
per sentirsi pienamente donne (ne è convinto il 17% dei ragazzi contro
il 9% delle coetanee).
C’è poi uno zoccolo duro di intervistati che pensa che affermarsi nel
mondo del lavoro sia più importante per i maschi che non per le femmine
(quasi il 40% dei maschi ne è convinto, contro il 21% delle ragazze),
come anche avere un’istruzione universitaria sia più importante per un
ragazzo che per una ragazza (è così per quasi 1 ragazza su 10 e quasi 1
ragazzo su 5).
“I pregiudizi di genere continuano ad essere fortemente condizionanti
sin dall’infanzia. Pregiudizi che si confermano anche nell’età adulta, e
che sfociano troppo spesso in violenze psicologiche e fisiche nei
confronti delle donne e che ogni giorno mietono nuove vittime, dalle più
piccole alle più grandi”, afferma Daniela Fatarella, Direttrice
Generale di Save the Children. “Le ragazze crescono tra mille inviti a
minimizzare: mettere la vittima sul banco degli imputati, sottovalutare i
comportamenti aggressivi, definire confini sempre più labili per la
violenza, servono a rendere accettabile l’inaccettabile. Ammettere che
si tratti di violenza solo nei casi più gravi, fisici, e non anche
quando si subiscono pressioni psicologiche, ricatti economici,
vessazioni di ogni tipo, non fa che nutrire il territorio su cui
prosperano i comportamenti violenti. Per questo è fondamentale che sin
dall’infanzia si lavori affinché bambine e bambini, ragazzi e ragazze
abbiano un’educazione emotiva improntata al rispetto e alla
consapevolezza”.
L’aspetto fisico gioca ancora un ruolo fondamentale nella percezione
degli adolescenti: il 57% degli intervistati pensa che la bellezza
femminile possa essere uno strumento per il successo (il dato maschile
sale a 63%), una percezione che si conferma nel 46% degli intervistati
che affermano che per le femmine essere attraenti è più importante che
per i maschi (il 39% delle ragazze intervistate ne è convinta,
percentuale che aumenta al 53% nei coetanei maschi).
Non a caso, interpellati a dare la loro opinione su alcuni fatti di
cronaca che negli ultimi mesi hanno sollevato il tema degli stereotipi,
come quello sulla vicepreside di un liceo romano che avrebbe consigliato
alle ragazze di non mettersi le minigonne per non distrarre gli
insegnanti, più di un intervistato su dieci (15% dei ragazzi e 10% delle
ragazze) ritiene che le ragazze a scuola non debbano provocare i
professori con vestiti corti o succinti.
Dagli stereotipi ai comportamenti
Sebbene da un lato ragazzi e ragazze pensano che la bellezza canonica
possa essere un’arma in più a disposizione della donna, per farsi strada
nella vita, dall’altro nel quotidiano le ragazze si scontrano con la
realtà che le vede spesso nella condizione di sentirsi svantaggiate
rispetto ai coetanei maschi. Oltre la metà di loro (54%) dichiara di
essersi sentita svantaggiata per il solo fatto di essere una femmina,
spesso o almeno qualche volta. Più di due adolescenti su tre (64%),
hanno sperimentato sulla propria pelle il disagio di fronte a
comportamenti, commenti o avances subite da parte di adulti di
riferimento, il 70% delle intervistate dichiara di aver subito molestie o
apprezzamenti sessuali, quasi una su tre è stata palpeggiata in luoghi
pubblici (31%).
Di fronte alla minaccia percepita da parte di un adulto conosciuto, alle
molestie e ai palpeggiamenti, sebbene rispettivamente il 38%, il 37% e
il 45% abbiano reagito in modo deciso per far capire che quel
comportamento non era gradito, preoccupa che rispettivamente il 50%, il
47% e il 43% abbiano fatto finta di niente per paura o per vergogna.
E se il 18% ammette di aver assistito ad una forma di violenza fisica
nei confronti di un’amica, l’83% dice anche di essere intervenuto in sua
difesa (80% ragazzi e 85% ragazze).
Il 67% delle ragazze intervistate denuncerebbe on-line episodi di
molestie e pensa sia importante condividere con altre coetanee i propri
vissuti. Questa maggiore consapevolezza si traduce anche in azioni
collettive che hanno per protagoniste le più giovani, a partire
dall’esperienza di Torino, dove molte ragazze si sono unite in un flash
mob per dare il via a una campagna social di denuncia delle molestie.
La violenza sessuale e quella fisica nei confronti di una ragazza
vengono viste come gravissime rispettivamente dal 94% e dal 92% dei
giovani, mentre quella psicologica è gravemente percepita dall’88% di
loro. Mentre il fatto che la donna possa dipendere economicamente dal
proprio compagno, sembra trovar conferma nei dati sulla gravità della
violenza economica (in media 75%, con una differenza di 12 punti
percentuali tra maschi, pari al 69% e femmine, 81%). 33% dei giovani
pensa che il luogo dove avvengono le violenze maggiori sulle ragazze
siano le mura domestiche, al primo posto rispetto ad altri luoghi.
Denunce di violenza in crescita sulle più piccole
Secondo i dati Istat 8 milioni 816 mila di donne (il 43,6%) dai 14 ai 65
anni, nel corso della loro vita, hanno subito una qualche forma di
molestia sessuale[2].
In generale, l’incidenza delle ragazze che hanno denunciato di essere
state vittime di reati a sfondo sessuale è di gran lunga superiore a
quella dei ragazzi. Tra chi denuncia, in base ai dati del Servizio
analisi criminale della Polizia, quasi 8 su 10 sono ragazze, soprattutto
per casi di violenza o atti sessuali ai loro danni. A volte si tratta
di reati – adescamento, violenza e atti sessuali - su ragazzine che non
hanno ancora compiuto 14 anni[3].
“La voce degli adolescenti ci indica che il problema della violenza di
genere va affrontato alla radice, sin dal percorso educativo dei più
giovani. – ha dichiarato Raffaela Milano Direttrice dei Programmi
Italia-Europa di Save the Children - Se da un lato dobbiamo potenziare
la rete di protezione, per sostenere le donne che vogliono affrancarsi
dalla violenza domestica, dall’altro lato è indispensabile agire sulla
prevenzione della violenza di genere, andando alla radice dei
comportamenti violenti, a partire dal contesto educativo, coinvolgendo
gli stessi adolescenti in un impegno che li veda protagonisti. Va dato
ascolto e forza a quella grande maggioranza delle ragazze che oggi
ritiene inaccettabile subire ogni forma di molestia e atteggiamento
violento e che individua nella condivisione con le coetanee una delle
strade per superare le barriere che ancora oggi ostacolano la
costruzione del loro futuro”.
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della
violenza contro le donne, Save the Children diffonde un video che trae
origine dalle interviste a un gruppo di ragazze tra i 14 e i 22 anni, di
diverse città italiane, che fanno parte di SottoSopra, il Movimento
giovani per Save the Children e della redazione Change the Future. Con
la tecnica dell’animazione di foto e parole, il video mette in evidenza
gli stereotipi più comuni con cui le ragazze si scontrano ogni giorno e,
al tempo stesso, la loro volontà di non “abbassare la testa” e lottare
per la realizzazione dei propri sogni.
La ricerca Ipsos è disponibile qui: https://we.tl/t-nUFHT9Hpy0
Il video delle testimonianze è disponibile qui: https://vimeo.com/482334926/73b4fe29b9