"Due mesi dopo la violenta repressione nei confronti dei manifestanti pacifici, gli arresti arbitrari proseguono senza sosta nell'ambito di una sistematica soppressione della libertà di espressione e di associazione, che fa a pugni con il conclamato ritorno alla normalità" - ha dichiarato Catherine Baber, direttrice del Programma Asia - Pacifico di Amnesty International. "Il concetto di normalità per i militari birmani significa ritornare a compiere violazioni dei diritti umani sistematiche e massicce senza l'attenzione dei mezzi d'informazione.
La comunità internazionale non può più tollerare una situazione del genere".

La scorsa settimana, nel corso del 40mo summit dell'Associazione delle nazioni dell'Asia sud-orientale (Asean), il governo di Myanmar ha sottoscritto la nuova Carta dell'organismo che impegna tutti gli Stati membri a "promuovere e proteggere i diritti umani".

Dall'inizio di novembre, Amnesty International ha potuto verificare i seguenti arresti:

- domenica 4: U Gambira, leader dell'Alleanza dei monaci birmani e promotore delle proteste di settembre, accusato di tradimento; in precedenza, due suoi parenti erano stati presi in ostaggio per convincerlo a consegnarsi ai militari;
- martedì 13: Su Su Nway, esponente dei giovani della Lega nazionale per la democrazia (Lnd); insieme a lei, è stato arrestato, mentre affiggeva manifesti contro il governo, anche l'attivista giovanile Bo Bo Win Hlaing;
- mercoledì 14: almeno tre persone a Yangon, fermate mentre distribuivano volantini antigovernativi;
- giovedì 15: U Than Rama, ricercato come uno dei leader delle proteste di settembre; il suo arresto è avvenuto durante un raid in un monastero dello stato di Rakhine; è stato picchiato e trasferito in un centro di detenzione sconosciuto;
- martedì 20: Myint Naing, esponente di primo piano dell'Lnd, e U Tin Ohn, leader del gruppo etnico Arakan; quest'ultimo risulta scomparso dopo l'arresto;
- tra martedì 20 e mercoledì 21: numerosi esponenti di gruppi etnici tra cui Cin Sian Thang e U Aye Thar Aung (Arakan), Naing Ngwe Thein (Mon) e U Hkun Htoo (Karen), poi rilasciati dopo essere stati interrogati a lungo;
- lunedì 26: Aung Zaw Oo, esponente del gruppo Promotori e difensori dei diritti umani, sospettato di progettare un'iniziativa in occasione del 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. 

  Roma, 29 novembre 2007

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