A tre giorni dalla terribile esplosione che ha sconvolto la capitale
libanese, cresce purtroppo il numero delle vittime, sono oltre 5mila
feriti e 300mila le persone che attualmente non possono rientrare nelle
proprie case.
Caritas Italiana da anni collabora con Caritas Libano e sin dai primi
momenti è entrata in contatto offrendo solidarietà e vicinanza. Un primo stanziamento è stato già inviato
per far fronte ai primissimi bisogni e ne seguiranno altri in base alle
esigenze e alle disponibilità per restare accanto alla popolazione per
il tempo necessario a superare questa crisi che si somma e aggrava le
altre preesistenti. L’intera Chiesa Italiana ha rinnovato cordoglio e
vicinanza alla popolazione libanese e oggi la Presidenza della
Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo
stanziamento di 1 milione di
euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa
cattolica.
Lo stanziamento sarà utilizzato a sostegno dei piani di intervento
d’emergenza di Caritas Libano, tramite Caritas Italiana, per i prossimi
12 mesi. La catastrofe colpisce un Paese già piegato da una pesante
crisi economica e sociale acuitasi nell’ultimo anno che ha ridotto in
povertà moltissime famiglie con più di un quarto della popolazione che
vive con meno di 5 dollari al giorno. A questo si aggiunge l’altissimo
numero di rifugiati ospitati nel Paese: circa un milione - quasi tutti
siriani colpiti da una guerra che dura da 10 anni - su 4,5 milioni di
abitanti, senza contare i palestinesi. Un quadro complesso in un Paese
sempre più in fiamme.
Caritas Libano grazie all’immediato sostegno della rete Caritas, ha
subito attivato un primo piano di intervento della durata di un mese per
rispondere a tre bisogni urgenti della popolazione locale: assistenza
sanitaria per gli oltre 5.000 feriti (inclusa la salute mentale),
fornitura di acqua e alimenti, alloggio per gli oltre 300.000 sfollati.
Nello specifico il piano punta a raggiungere più di 84.000 persone con
aiuti di vario genere (vedi comunicato del 7 agosto 2020). Purtroppo le
conseguenze di questa tragedia si protrarranno nel lungo periodo, e
questo è solo il primissimo intervento di risposta. L’impegno della
Caritas e delle altre organizzazioni umanitarie sarà quindi
necessariamente lungo e complesso, concentrato nell’assistenza
umanitaria ma anche nella riabilitazione, nell’accompagnamento e nel
sostegno al reddito per le fasce più povere e vulnerabili della
popolazione, anche grazie ad un’ampia mobilitazione del volontariato
locale. Senza dimenticare le azioni già avviate per la gestione del
conflitto e la riconciliazione, al fin di ridurre il rischio di tensioni
sociali e politiche.