“Una parte significativa delle risorse del Recovery Plan vanno dedicate
alla creazione di una rete permanente di protezione sociale che metta in
connessione i bisogni delle persone e delle comunità con le istituzioni
e il terzo settore. Una valorizzazione del ruolo sociale ed economico
del terzo settore per il quale è indispensabile prevedere misure di
sostegno alla capitalizzazione del sistema e ai processi di innovazione
tecnologica e organizzativa del terzo settore.” È questa in sintesi la
proposta avanzata da Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum nazionale del
Terzo Settore, intervenuta oggi agli Stati Generali dell’Economia in
corso a Roma a Villa Pamphili dove il Forum ha presentato un proprio
documento per il rilancio del Paese.
Il primo passo è quello di definire i LEP, i livelli essenziali delle
prestazioni, previsti dalla Costituzione e mai attuati, indispensabili
per configurare un piano di azione Sociale omogeneo e attento ai
soggetti più fragili. Il piano deve essere anche l’occasione per far
evolvere il potenziale sociale, economico ed occupazionale di alcuni
settori di attività del terzo settore come quelli della cultura e dello
sport sociale spesso in prima linea proprio nei territori più deboli.
Da non sottovalutare il ruolo della cooperazione sociale e dell’impresa
sociale nelle politiche attive per il lavoro a favore delle persone più
deboli nell’accesso al mercato del lavoro.
“Per questo – ha spiegato Fiaschi durante il confronto – siamo convinti
che oggi sia assolutamente necessaria l’attivazione di un piano
pluriennale, che permetta al Paese di assumere gli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU.”
“Il Terzo settore – ha continuato la portavoce – rappresentato da oltre
350 mila organizzazioni, 5 milioni e mezzo di volontari, e 850 mila
dipendenti, è un attore principale dell’economia sociale del Paese.
Rappresentiamo circa il 4% del Pil e possiamo contribuire attivamente
nella definizione e attuazione delle politiche in diversi ambiti. Il
nostro modello di economia sociale sostiene i cittadini e i territori
più fragili, opera per la riduzione di povertà e diseguaglianze e per la
crescita di fiducia, coesione sociale e democrazia.”
“Siamo quindi convinti – conclude Claudia Fiaschi – che sia importante
predisporre un modello di sviluppo, inserito all’interno del quadro
internazionale, che inserisca l’economia sociale come pilastro
fondamentale per lo sviluppo dell’Europa.”