E' quello che accade quando leggiamo i giornali e i post sui social network, che ci coinvolgono anche se non ne siamo consapevoli.
Grazie ai pareri degli esperti, tra i quali Tlon e l'Università Cusano, ed all'emergenza sanitaria delle ultime settimane abbiamo appreso nella nostra quotidianità la definizione di contagio emotivo.
Ogni volta che entriamo in contatto con le emozioni degli altri, si creano in noi una serie di reazioni istintive che possono essere in contrasto con quello che pensiamo davvero: sappiamo che le cose non sono così gravi, che la persona in preda al panico sta esagerando, però un po' iniziamo a preoccuparci anche noi, e più leggiamo più ci preoccupiamo, finché non iniziamo a commentare e a scrivere, a vivere le sue stesse emozioni.
E' in questo modo che cambia la nostra descrizione della realtà, e di conseguenza la nostra vita nel mondo reale, quello che scegliamo di fare, il modo in cui guardiamo gli altri.
Il contagio emotivo favorisce l'allarmismo, la manipolazione, le reazioni istintive e pulsionali. Accade con tutto ciò che ci fa paura perché fa sentire minacciati e in pericolo.
Il primo esperimento sul contagio emotivo via social è stato condotto dalla PNAS nel 2011 e commissionato da Facebook, e alla luce delle ricerche ulteriori di questi anni non possiamo più negare che questo meccanismo esista e sia davvero difficile da disinnescare.
“La scienza con la scoperta dei neuroni specchio dimostra che al momento in cui una persona viene a contatto con l’emozione di un’altra, la prova inconsapevolmente – ha spiegato la dottoressa Di Filippo, specialista in Psicoterapia e Psicologia Clinica Strategica che ha rilasciato un'intervista alla Radio dell'Università degli Studi Niccolò Cusano – è lo stesso meccanismo per il quale ci emozioniamo davanti a scene tristi. Il contagio emotivo è alla base dell’empatia ma non coincide non essa, si tratta dell’attivazione di circuiti neuronali in maniera del tutto automatica: assistere a scene con supermercati vuoti, farmacisti che lamentano l’esaurimento delle scorte di mascherine o dei disinfettanti per le mani che vengono venduti altrove a prezzi da mercato nero affiancate a resoconti di grande difficoltà nella gestione del Coronavirus che ci arrivano da una potenza economica come la Cina, può creare un grande allarme in modo del tutto inconsapevole".
La proposta al Non Profit, ora che il contagio emotivo è definito, è di usarlo in senso contrario, perché il contagio vale anche per i contenuti positivi e costruttivi: pensiamo di più prima di scrivere, diffondiamo notizie positive, teniamo i piedi per terra, verifichiamo le informazioni, creiamo un contagio di lucidità e responsabilità.