Oltre ad una dimensione di lavoro protetto, il disabile può spendere le proprie potenzialità lavorative residue anche in occupazioni regolate da regime di mercato. L'esperienza quinquennale di Anffas Trentino Onlus dimostra la veridicità di questa prospettiva, vantando la piena riuscita degli avviamenti al lavoro. Risultato di una sinergica collaborazione tra figure professionali, aziende, famiglie, servizi diversi, che permane anche ad assunzione avvenuta. Dalle prime sperimentazioni-pilota avute nel 2000 ad oggi il servizio di inserimenti lavorativi si è sempre più sviluppato, conseguendo esiti incoraggianti. Oggi infatti si annoverano 18 esperienze d'impiego e 7 risultano i percorsi formativi in azienda finalizzati al raggiungimento di un'assunzione. Nel 60% dei casi si tratta di avviamenti in imprese private, mentre nel restante 40% dei casi di collocamenti in imprese pubbliche. Le aziende che si sono rese disponibili ad assumere ai sensi della legge 68/99 appartengono a diversi settori produttivi e le mansioni rivestite dai neolavoratori sono varie: aiuto-cuoco, aiuto-commesso, inserviente, ausiliario, bibliotecario, impiegato, operaio. In molti casi l'occupazione prevede attività di tipo manuale, pur registrando incarichi impiegatizi, prevedenti l'utilizzo del computer. A sostegno dei lavoratori diversamente abili che si trovano a dover affrontare una nuova fase della loro vita, per la prima volta in completa autonomia, la nostra Associazione ha istituito, in collaborazione con l'Agenzia del lavoro, un servizio di accompagnamento all'inserimento lavorativo, all'interno del quale è impiegato il "manager di rete". Quella figura professionale che si dedica all'intera dimensiona lavorativa del disabile e gestisce la complessa trama di rapporti tra referenti aziendali, lavoratore stesso, famiglia, centri per l'impiego, servizi sociali, a partire dalla delicata fase di definizione del rapporto di lavoro, fino a quando questo si è consolidato appieno (in linea di massima fino a ventiquattro mesi dall'assunzione della persona a tempo indeterminato). Ma la buona riuscita degli inserimenti lavorativi è dovuta alla gradualità del percorso di avviamento all'impiego. Le competenze professionali che il lavoratore disabile mette in gioco nell'esercizio di un mestiere sono il frutto di un percorso d'acquisizione precedente e strettamente collegato agli interventi di accompagnamento all'inserimento vero e proprio. Da molti anni infatti Anffas Trentino Onlus promuove dei percorsi formativi finanziati dal Fondo Sociale Europeo, che offrono al giovane "potenzialmente abile" l'opportunità di vivere dei momenti di stage in azienda con il costante affiancamento di un tutor-docente. Tali progetti sono gestiti e supervisionati da un Coordinatore, professionista del settore che assicura la loro rispondenza a paramentri di funzionalità ed efficienza. Concluso l'obbligo scolastico è innanzitutto possibile valutare le reali potenzialità operative degli allievi e la loro adattabilità alle dinamiche e ritmi lavorativi attraverso un percorso di orientamento (Orientamento/avvicinamento a percorsi formativi), in genere annuale, che consente di prendere graduale contatto con la realtà lavorativa. Successivamente, se tale esperienza ha raggiunto gli obiettivi progettuali prefissati, viene attivata una seconda fase formativa, più complessa. Il cosiddetto "Percorso Individualizzato di Inserimento Lavorativo" , tirocinio formativo che può protrarsi fino ad un massimo di tre annualità. Tale intervento , si divide, come "l'orientamento", in una parte teorica e in uno stage aziendale, prevede sempre la presenza di un tutor ed avendo come finalità ultima l'assunzione dell'allievo, punta a far acquisire al disabile tirocinante quelle autonomie operative e relazionali che sono ritenute indispensabili per poter esercitare consapevolmente e dignitosamente il ruolo di lavoratore. L'intero servizio è nato dall'esigenza di offrire alla fascia d'utenza con potenziale lavorativo residuo delle opportunità diverse per il futuro da adulto, predisponendo gli strumenti formativi più adatti per facilitarne l'ingresso e la partecipazione attiva nella società del lavoro, in alternativa ai circuiti più istituzionalizzanti che rischierebbero di assoggettare il disabile a situazioni d'emarginazione, soffocandone la possibilità di pervenire ad un'emancipazione personale più completa. Nella difficile scelta di orientare il futuro dei propri figli, a conclusione dei percorsi scolastici, molte famiglie di disabili ora hanno di fronte la prospettiva di poterli integrare nella società inserendoli nel mondo produttivo. La buona riuscita delle esperienze lavorative esistenti si deve al coraggio di chi ha provato ad intraprendere questa diversa strada. Ottenere un lavoro e diventare grandi è veramente possibile. Anfass, 18 marzo 2005

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