Il cohousing promuove l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale degli anziani, rispondendo alle esigenze di quelle persone che rischiano di perdere il senso della loro importanza, in quanto offre un antidoto all'isolamento e favorisce l’engagement nella comunità.

Sulla base di quanto affermato da Charles Durrett, il cohousing può essere definito come "una tipologia di abitazione collaborativa nella quale i residenti partecipano attivamente nella progettazione e nella scelta del proprio vicinato. I residenti accettano di vivere come una comunità in cui le abitazioni private, che rimangono un inviolabile spazio di privacy, vengono completate da aree comuni che incoraggiano l'interazione sociale. Gli spazi privati contengono tutte le caratteristiche delle case convenzionali, ma i residenti possono accedere a ulteriori attrezzature e strutture comuni come giardini, lavanderie, sale hobbies, cucine e sale comuni. La gestione della comunità è direttamente a carico dei residenti senza che venga a crearsi una leadership dominante. Le attività svolte all'interno del cohousing non devono generare reddito ulteriore per i singoli residenti".
Tale esperienza ha avuto origine in Danimarca, dove si è diffuso un modello nel quale gli anziani possono convivere con gli amici in comunità, favorendo un clima di tutela ed assistenza leggera; si tratta di villaggi privati dove ogni abitante o coppia ha una propria casa ma condivide con gli altri spazi comuni. In questo modo l’anziano non si trova isolato ma può continuare a socializzare con i propri amici e nuovi conoscenti. Considerando che la popolazione anziana è in costante aumento e moltissime persone vivono sole (32,7% nel 2018), le tradizionali strutture di assistenza per gli anziani non saranno sufficientemente attrezzate per persone di una certa età; per questo motivo si stanno facendo strada forme di cohousing, in cui gli anziani soli con case grandi a disposizione possono affittare le stanze ospitando coetanei o studenti universitari a modici prezzi. In cambio questi ultimi devono collaborare nei lavori domestici, nel pagamento delle bollette e tenere loro compagnia. La soluzione del cohousing per anziani permette di risolvere almeno in parte il problema dell’assistenza, fatta eccezione per casi specifici in cui è indispensabile l’intervento di specialisti.
Esempi evidenti di queste esperienze innovative legate alla tematica dell’abitare sono rappresentate da Ca’ Nostra 2, esperienza di cohousing tra anziani non autosufficienti con demenze e deficit cognitivi e assistenti familiari (caregiver), coordinato dal Centro di servizio per il volontariato di Modena. Soprattutto la dimensione famigliare garantisce un’alta qualità di vita e si sono registrati miglioramenti comportamentali degli anziani, mentre l’organizzazione della comunità, la condivisione e il supporto dei partner hanno alleggerito di molto il carico assistenziale, materiale e psicologico in capo ai familiari e alle assistenti, promuovendo forme di welfare di comunità. A questa si aggiungono il progetto Vivo.Con, promosso da AMA ed Agevolando all'interno del Comune di Trento e l’esperienza di Civitas Vitae nel Comune di Padova. La logica di fondo delle esperienze sopracitate consiste nel creare un circolo virtuoso di inclusione, solidarietà e fiducia reciproca, all'interno soprattutto di residenze con spazi comuni destinati alla socializzazione.
I cohousers possono infatti supportarsi reciprocamente nei periodi di difficoltà, producendo un cambiamento paradigmatico dei servizi rivolti alla terza età, perché rovescia la logica di intervento sul problema e mira a promuovere azioni ex-ante verso il disagio potenziale, in modo da ridurre i costi sociali e sanitari degli interventi indirizzati a problemi ormai conclamati.
L’innovazione delle politiche abitative e dei servizi di welfare passa dunque per un cambiamento culturale da promuovere sia tra i cittadini che tra investitori privati ed istituzioni, al fine di avviare una “fase pioneristica” fondata sull’iniziativa privata e sul coinvolgimento progressivo di gruppi, di comunità, di sistemi locali e di reti territoriali in cui sperimentare progetti innovativi (da Secondowelfare)

 

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