Come si mettono a confronto Profit e Non Profit e come si confrontano tra loro? Che rotte e prospettive delinea la Riforma nel rapporto tra questi due mondi?
Il Profit mira all'accesso al mercato dei capitali e ha la possibilità di poter reperire fondi per investirli, ad esempio, in R&S, in tecnologia, attrezzature fisiche ecc., Questa attitudine non definisce anche le non profit perché esse non sono distributrici di profitto (e quindi di dividendi agli investitori) e non sono presenti in Borsa.
Un altro termine di confronto tra le due realtà è il criterio dell'efficienza, le Profit hanno un approccio strategico al mercato, con rilevanti vantaggi competitivi (sul fronte delle competenze finanziarie, manageriali ed innovative), mentre le Non Profit a livello politico e culturale sono considerate dei “sostituti funzionali” delle pubbliche amministrazioni (dell'agire pubblico) o delle imprese private profit, grazie al loro investimento in beni relazionali. Le imprese Non Profit sono infatti orientate al conseguimento di un "bene pubblico", del benessere per la comunità e la società, sono state storicamente costituite per perseguire, anzitutto, scopi di utilità sociale e solidarietà; questa è fondamentalmente la caratterizzazione dei nostri soggetti che attirano la libera volontà dei cittadini di mettersi insieme per raggiungere un obiettivo di interesse generale, perseguendo scopi di pubblica utilità. Il mondo Profit è invece orientato al conseguimento di un "bene privato" che nasce ed è spinto dallo spirito economico di imprenditorialità, operando all’interno dell'economia di mercato.
Se ai due poli di una linea retta immaginaria ci sono le organizzazioni Profit e le Non Profit, sul continuum della linea stessa prendono posto varie organizzazioni e progettazioni che ad oggi si interrogano su come rendere efficaci i loro servizi o rendere le loro produzioni migliori per il bene comune.
Le realtà Non Profit lavorano per perfezionare e razionalizzare i loro progetti e processi e il Profit ad oggi tenta di umanizzare le proprie attività. In questo gioco delle parti un ruolo interessante e decisivo può averlo lo Stato.
L'obiettivo finale, che deve perseguire anche la Riforma, non deve essere la fagocitazione di uno dei due poli, ma la ricerca di un equilibrio e di un dialogo costruttivo tra essi, tra chi finora ha detenuto il potere capitale e chi quello sociale per permettere che il capitale economico sia messo al servizio della società e che i beni relazionali siano scambiati e gestiti con efficienza.